Accordo di Partenariato
A cura di: Carmen Giannino
La Programmazione comunitaria 2021-2027 prevede in Italia la realizzazione di Programmi cofinanziati a valere sui Fondi Strutturali: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo sociale europeo plus (FSE+) cofinanziano 38 Programmi Regionali (PR) e 9 Programmi Nazionali (PN), mentre il Fondo per una transizione giusta (JTF) cofinanzia un unico Programma Nazionale Just Transition Fund Italia.
A questi si aggiungono 10 Programmi a titolarità italiana nell’ambito dell’obiettivo della Cooperazione Territoriale Europea oltre a altri 9 Programmi cui l’Italia partecipa sempre nell’ambito di tale obiettivo.
La gestione dei Programmi Operativi è attribuita alle Autorità di Gestione (AdG) che possono delegare l’esecuzione di specifiche sezioni del Programma a organismi intermedi. Il Regolamento (UE) 1060/2021[1] stabilisce che i Programmi Operativi siano sottoposti a verifiche periodiche da parte di un organismo appositamente istituito, che prende il nome di Comitato di sorveglianza. Il Comitato, che include rappresentanti del partenariato economico e sociale, si riunisce periodicamente per valutare l’attuazione del programma e i progressi compiuti nel conseguimento dei suoi obiettivi.
Il 19 luglio 2022 è stato firmato e adottato l’Accordo di Partenariato 2021-2027[2].
Per il ciclo di Programmazione 2021-2027 l’Italia avrà a disposizione un totale di 75,315 miliardi di euro di Fondi strutturali e di investimento, tra risorse europee e cofinanziamento nazionale. In particolare, le risorse UE saranno pari a 43,127 miliardi di euro, comprensive di quelle destinate al Fondo per la Transizione Giusta (Just Transition Fund – JTF) e alla Cooperazione Territoriale Europea (CTE). Alle Regioni meridionali andranno 47,962 miliardi di euro.
Il nuovo ciclo vede alcune modifiche nella classificazione delle singole Regioni. Infatti, sono considerate “in transizione” non solo l’Abruzzo, che si conferma in questa categoria, ma anche Umbria e Marche (precedentemente tra quelle “più sviluppate”). Le regioni “meno sviluppate” sono quelle rimanenti del Mezzogiorno (Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), mentre le “più sviluppate” comprendono quelle del Centro-Nord, con l’esclusione di Umbria e Marche.
Se si esclude la quota riservata alla CTE, le risorse europee e nazionali dei Fondi strutturali si distribuiscono come segue tra le tre aree:
- regioni più sviluppate: 23,882 miliardi di euro;
- regioni in transizione: 3,612 miliardi di euro;
- regioni meno sviluppate: 46,575 miliardi di euro.
La strategia sostenuta dall’Accordo di Partenariato 2021-2027 indirizza i fondi resi disponibili dall’Unione Europea e dal cofinanziamento nazionale verso interventi rivolti al conseguimento dei traguardi europei per un’economia climaticamente neutra (Green Deal) e per una società più giusta e inclusiva (Social Pillar), in coerenza con l’adesione all’Agenda ONU 2030 e con la Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Questi principi inducono a concentrare l’attenzione verso l’accessibilità – fisica e digitale – dei territori, i contesti più fragili dal punto di vista socio-economico e geografico (aree marginali, periferie urbane, quartieri disagiati, aree di montagna, insulari, esposte a rischi naturali o in transizione industriale), le categorie e le persone più vulnerabili, la valorizzazione delle energie dei giovani e delle donne, il contrasto di ogni forma di discriminazione, la creazione di opportunità di lavoro di qualità.
IL LAVORO PREPARATORIO
La strategia e le priorità che ciascuno Stato ha individuato per l’impiego dei Fondi strutturali e di investimento europei sono definite all’interno dell’Accordo di Partenariato, stipulato tra lo stesso Stato membro e la Commissione UE.
Il percorso per la definizione dell’Accordo di Partenariato italiano è stato avviato dal Dipartimento per le Politiche di Coesione nel marzo 2019 e ha visto il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, con la partecipazione di oltre 2.800 persone e l’invio di più di 280 contributi scritti.
L’INU ha trasmesso un proprio contributo[3] ’con il quale ha sostenuto la necessità di un approccio basato su una dimensione territoriale place – based, una governance fondata sulla cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, una spinta verso una progettualità integrata per i territori, elementi di grande valore che, secondo l’INU, non solo vanno salvaguardati, ma se possibile potenziati. Il confronto informale con la Commissione europea è iniziato nel luglio 2020. Quest’ultima ha approvato successivamente i Regolamenti dei Fondi strutturali, pubblicati il 30 giugno 2021 nella Gazzetta Ufficiale dell’UE.
Il 22 dicembre 2021, il CIPESS ha approvato la proposta italiana di Accordo di Partenariato, sulla base della quale è iniziato il negoziato formale con la Commissione, che ha portato alla definizione del testo dell’Accordo di Partenariato notificato a Bruxelles il 10 giugno 2022.

I Programmi nazionali e regionali
L’Accordo di Partenariato italiano prevede l’istituzione di dieci Programmi Nazionali (PN), in linea con l’invito giunto dalla Commissione di ridurne il numero rispetto al ciclo precedente. Tra questi, rappresentano novità importanti il nuovo Programma dedicato alla salute nelle regioni meno sviluppate e il potenziamento di quello rivolto alle città metropolitane, che si estende anche alle città medie del Sud. A questi, si aggiunge il Programma collegato al Fondo per la Transizione Giusta, introdotto per la prima volta a livello europeo nel ciclo 2021-2027.

[1] Cfr: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32021R1060&from=SV
[2] Cfr: https://www.dropbox.com/s/zw65s8ljpp5wmv0/2022_07_15_Accordo-di-Partenariato_2021-2027.pdf?dl=0
[3] Cfr: https://www.dropbox.com/sh/xoie7cq4dk77qht/AACiYQ6Su57nZhZEKK7VxzYwa/1.%20Percorso%20partenariale/2.3%20Tavoli%20tematici/Tavolo%205%20%E2%80%93%20Un%E2%80%99Europa%20pi%C3%B9%20vicina%20ai%20cittadini/CONTRIBUTI/2_PARTENARIATO_ECONOMICO_SOCIALE?dl=0&preview=INU_Contributo_OP5_II_20190723.pdf&subfolder_nav_tracking=1