PIANI COMUNALI

A cura di Simone Ombuen

Analisi sintetica dei dati sulla pianificazione comunale (agg. 16.11.2022)

Una certa numerosità di piani urbanistici comunali si nota solo in alcune regioni: Val d’Aosta, Lombardia, Toscana, Veneto, Trentino AA, Emilia Romagna, Umbria. 

La datazione del piano vigente risale è più recente (approvato dal 2011 in poi) solo per circa il 40% dei comuni italiani.

Le regioni più attive sono Val d’Aosta e Lombardia, con oltre l’80% di piani recenti. Seguono Toscana Veneto e Trentino con valori fra il 68 e il 63%, ed Emilia Romagna ed Umbria fra il 56 e il 54%. Ma se dai dati del Trentino AA si togliessero i 116 comuni dell’Alto Adige, nessuno dei quali ha rinnovato il piano negli ultimi tre anni, il tasso di rinnovo di Trento sarebbe il più alto in Italia, con il 61% di comuni con un nuovo piano nell’ultimo triennio. Effetto in parte forse anche dell’ultimo Congresso INU svolto nel 2019 a Riva del Garda.

Al di sotto della media, e già con un grande scarto, ci sono Marche e Campania fra il 28 e il 26%, con un tasso di aggiornamento che è circa la metà della regione immediatamente precedente, l’Umbria. Seguono Basilicata Liguria Piemonte Abruzzo e Friuli VG con valori fra 20 e il 16%. Calabria, Puglia Sicilia e Sardegna sono fra il 12 e il 10%.

Alcuni casi particolarmente eclatanti riguardano poi alcune regioni, nelle quali la pianificazione post 2011 è assolutamente scarsa, quasi assente: Molise, 4,4% dei comuni; Lazio, 3,7% dei comuni. 

Se poi si va a vedere nel dettaglio cosa è accaduto negli ultimi tre anni ci si accorge che fra 2019 e il 2021 non hanno approvato alcun nuovo piano l’Alto Adige, il Lazio e il Molise, mentre le Marche ne hanno approvato 1 e la Basilicata 2. Ma anche il Piemonte, che ne ha approvati 7 su 1201 ha in realtà ripianificato solo per lo 0,6% dei comuni. Il calo diffuso dell’attività di pianificazione che si registra a livello nazionale si accompagna quindi ad un vero e proprio tracollo in queste 7 realtà, che pure totalizzando 2.433 comuni, oltre il 30% del totale nazionale, hanno prodotto solo 10 nuovi piani, con un effetto di ulteriore disarticolazione nel governo del territorio del Paese.

post 2011
VALLE D’AOSTA81,1%
LOMBARDIA80,7%
TOSCANA68,1%
VENETO66,3%
TRENTINO ALTO ADIGE62,8%
EMILIA ROMAGNA56,4%
UMBRIA54,3%
ITALIA37,9%
MARCHE28,0%
CAMPANIA26,5%
BASILICATA20,6%
LIGURIA19,2%
PIEMONTE17,6%
ABRUZZO17,0%
FRIULI VENEZIA GIULIA16,3%
CALABRIA12,1%
PUGLIA12,1%
SICILIA11,0%
SARDEGNA10,3%
MOLISE4,4%
LAZIO3,7%
Datazione dei Piani post 2011

Contrariamente a quanto rilevato nelle trascorse edizioni del RdT, si nota inoltre un certo disallineamento fra il rinnovo della pianificazione comunale e le tendenze demografiche (comunque quasi ovunque in calo);

  • in alcune regioni (Val d’Aosta, Trento, Toscana, Umbria) la recente attività di pianificazione è maggiore della media nazionale, mentre i profili demografici sono bassi, o comunque non elevati;
  • in alcuni contesti dove la dinamica demografica è particolarmente positiva, con valori fra i più alti a livello nazionale (province di Bolzano, Roma, Latina) la pianificazione comunale non produce rinnovi;
  • nel Mezzogiorno le poche zone che presentano una demografia in attivo, sono per lo più costiere (litorale nord della Campania, BAT, Salento orientale, Sicilia sudorientale, comuni di cintura delle aree metropolitane di Catania Palermo e Cagliari, costa a nord di Olbia);

Quanto al rapporto fra rinnovo della pianificazione e condizione territoriale dei comuni, si è utilizzato lo schema già sperimentato nelle scorse edizioni del RdT, che classifica i comuni nelle tre categorie fra quelli appartenenti alle Città metropolitane (16%), quelli ricompresi nei sistemi locali delle città medie (30%) e i comuni minori (54%), emergono elementi interessanti, che danno evidenza a specificità di fenomeni in corso in alcuni sistemi territoriali:

  • La categoria che a livello nazionale mostra la maggiore attività è quella dei comuni ricompresi nei sistemi locali delle città medie, che spuntano un tasso di rinnovo decennale del 42,6% a fronte dei piccoli comuni (38,4%, quasi perfettamente nella media nazionale) e dei comuni appartenenti alle Città metropolitane (27,6%);
  • Tale andamento non è però omogeneo; se risulta coerente all’andamento nazionale in Piemonte, Toscana, Lazio, Campania e Calabria (le tre regioni costiere del sud Tirreno), in altri contesti risulta più forte l’attività delle corone delle Città metropolitane, come in Liguria, Emilia Romagna, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia.
  • Quanto alle regioni dove non è presente una città metropolitana, le attività dei SL delle città medie risultano più rilevanti in Val d’Aosta, Friuli VG, Trentino AA (tutte al nord), mentre i piccoli comuni risultano più attivi nelle Marche, in Abruzzo e nel Molise (tutte e tre regioni della costa adriatica).
  • Alcune regioni mostrano un sostanziale equilibrio delle attività fra le categorie territoriali: la Lombardia, il Veneto, l’Umbria, la Basilicata;
  • Una più forte attività dei piccoli comuni risulta pure in alcune regioni del Sud, come Calabria e Sicilia, dove risulta maggiore di quella delle città metropolitane e dei SL delle città medie.

 Anche il rapporto fra innovazione legislativa regionale e rinnovo della pianificazione presenta andamenti contrastanti:

  • l’innovazione legislativa, pur quando semplifica i percorsi di formazione dei piani, in alcuni casi non si traduce significativamente in approvazione di nuovi piani (Emilia-Romagna) anzi (Puglia, Sicilia);
  • in altri contesti invece l’innovazione legislativa produce rinnovo (Trento)
  • le regioni che hanno legiferato in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana si dividono fra quelle attive (Lombardia Toscana Veneto Trento Emilia-Romagna Marche Campania) e quelle in cui i processi di piano languono (Liguria Calabria Sicilia) o sono addirittura assenti (Lazio).

Quanto al rapporto fra pianificazione paesaggistica regionale e pianificazione comunale, mentre in passati casi (Sardegna, Lombardia) l’entrata in vigore dei PTP aveva generato un generale rinnovo anche delle previsioni urbanistiche, in occasione del PTP di Bolzano tale rinnovamento non si è avuto, e l’operazione si è limitata ad un generalizzato adeguamento per osservanza dei vincoli sovraordinati.

A sinistra la classificazione dei comuni per datazione dei piani comunali; a destra la variazione della popolazione 2017-2021 (fonte ISTAT)
Classe di datazione dei piani per numero di comuni (agg. 15.11.2022)