Sezione Lazio
A cura di: Chiara Amato, Giulia Bevilacqua, Paola Carobbi, Daniele Iacovone, Irene Poli, Chiara Ravagnan, Silvia Uras (con contributi di Carmen Giannino).
1. IL QUADRO DI SINTESI SOCIO-ECONOMICO
Con una popolazione di 5.715.190 residenti (anno 2021) e 2.587.519 famiglie (anno 2019), il Lazio rappresenta una Regione di grande dimensione (9,69% della popolazione italiana), con dinamiche demografiche che nell’ultimo triennio hanno fatto registrare un andamento essenzialmente negativo e in linea con la situazione nazionale: un calo del -1% della popolazione, un incremento dello 0,34% delle famiglie, un incremento del 9,09% dell’indice di vecchiaia e un calo del -6,46% della popolazione straniera.
Sul piano economico, la Regione ha fatto registrare un calo del 6,5% del tasso di crescita del PIL nel periodo 2007-2019, un calo del 1,81% del tasso di occupazione e, di contro, un notevole incremento dello 10,03% degli addetti alle costruzioni nel periodo 2018-2021, infine un avanzamento del 55,25% della spesa del POR 2014-2020 (anno 2021) in linea con la media livello nazionale.
In ordine alla tematica della pianificazione comunale, nel periodo 2018-2021 il tasso di rinnovo è stato del 0%, molto inferiore rispetto alla media nazionale, a fronte di un incremento di consumo di suolo, che nello stesso periodo è pari allo 0,86%, dato simile alla media nazionale.

2. LO STATO DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE
Legge Urbanistica Regionale | Legge Regionale sul Consumo di Suolo | Legge Regionale sulla Rigenerazione urbana |
Legge n. 38/99, “Norme sul governo del territorio” In itinere il “Testo Unico delle norme sul governo del territorio” | —- | Legge 22/97 “Norme in materia di Programmi integrati di intervento” Legge 7/2017 “Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio” In itinere il “Testo Unico delle norme sul governo del territorio” |
- Sospeso immotivatamente l’iter di approvazione del Testo Unico regionale delle norme sul governo del territorio e venuta meno la validità del Piano Casa (LR n. 21/2009 e ss. mm. e ii.), più volte prorogata sino al 31.05.2017, il panorama normativo regionale in ambito urbanistico è caratterizzato dall’emanazione della legge sulla rigenerazione urbana (LR 18.7.2017, n. 7).
- Tale legge si pone in attuazione dell’articolo 5, comma 9, del DL n. 70/2011 (convertito, con modifiche, nella L n. 106/2011) e dell’art. 2 bis del DPR n.380/2001 e detta disposizioni ordinarie finalizzate a promuovere la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, la riqualificazione di aree urbane degradate ed il recupero di tessuti edilizi disorganici o incompiuti mediante interventi di demolizione e ricostruzione, adeguamento sismico e efficientamento energetico, incentivati da incrementi di cubatura.
- La Legge, oltre a normare gli interventi ammissibili sul patrimonio edilizio esistente: artt. 4, 5 da attuarsi con Variante urbanistica semplificata ai sensi dell’articolo 1 della LR 36/1987 e art. 6 da attuarsi con modalità diretta, eredita dal Testo Unico regionale le norme per la rigenerazione urbana in particolare: l’art. 2 “Programmi di rigenerazione urbana” da attuarsi con Variante urbanistica ai sensi dell’articolo 4 della LR 36/1987 “approvazione dei piani attuativi in variante”; eart. 3“Individuazione degli Ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio”) da attuarsi con Variante urbanistica semplificata ai sensi dell’articolo 1 della LR 36/1987, che tuttavia estrae dalla proposta di legge in modo acritico, decontestualizzandole e lasciando ancora aperti i problemi della pianificazione a tutti i livelli (regionale, provinciale, della Città metropolitana, della pianificazione comunale tradizionale, della pianificazione attuativa ed infine anche dei rapporti con le pianificazioni di settore).
- Gli interventi ivi normati vengono comunque ricondotti nell’alveo della pianificazione ordinaria di livello locale, con netto superamento della logica derogatoria del Piano Casa. L’attuazione della maggior parte delle tipologie di intervento previste è infatti subordinata ad un atto pianificatorio da parte del Comune, volto all’individuazione di specifici ambiti territoriali preordinati alla rigenerazione ed al recupero edilizio, da attuarsi anche attraverso programmi complessi, o di una variante normativa, da approvarsi con le procedure semplificate previste dalla LR n. 36/87.
- Nonostante l’istituzione, nel novembre del 2018, di un Ufficio Speciale per la Rigenerazione Urbana all’interno della Direzione Urbanistica e Territorio della Regione Lazio, finalizzato alla “piena e uniforme attuazione della normativa sulla rigenerazione urbana attraverso attività di monitoraggio e di proposta”, e l’approvazione di “Linee Guida per la redazione delle deliberazioni e per le elaborazioni cartografiche ai fini dell’applicazione della legge regionale 18 luglio 2017, n. 7”, con Determinazione Regionale n. G18248 del 20/12/2019, ad oggi solo poche amministrazioni comunali hanno avviato iniziative volte alla completa applicazione della legge attraverso l’emissione di aggiornamenti cartografici e delle delibere propedeutiche all’avvio di interventi integrati e coordinati di rigenerazione del proprio territorio.
- Allo stato sono 110 i Comuni che hanno adottato le Varianti urbanistiche semplificate ai sensi degli Articoli 3, 4 e 5.
- L’esclusione dall’applicazione degli artt. 2, 3, 5 e 6 della legge dei centri storici così come perimetrati dal PTPR non preclude inoltre dalla possibile trasformazione le aree edificate che, pur non incluse in tali perimetri, sono classificate dagli strumenti urbanistici locali come tessuti storici, e come tali assimilabili a zone omogenee A. Ciò risulta ancor più grave in quanto, mentre i precedenti articoli richiedono una valutazione preliminare di merito del Comune, attraverso la definizione di ambiti, o l’approvazione di programmi o di varianti normative, gli interventi di cui all’art. 6, sempre consentiti in modalità diretta, rischiano di alterare, attraverso una incontrollata sostituzione edilizia con premi in cubatura, la qualità urbana di tessuti della città storica e consolidata, non altrimenti tutelati da disposizioni sovraordinate.
3. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE, I COMUNI CAPOLUOGO
FROSINONE | LATINA | RIETI | VITERBO | ROMA |
1972 | 1972 | 2012 | 1979 | 2008 |
- In ordine alla pianificazione comunale, si sottolinea il perdurare del trend negativo del relativo tasso di rinnovo, che dallo 0,0% nel periodo 2015-2018 resta sulla stessa percentuale 0,0% nel periodo 2018-2021.
- A Roma, è stata approvata la Deliberazione GC n. 120/2022 relativa gli Indirizzi in merito alla revisione, modifica e attualizzazione delle Norme tecniche di attuazione del vigente Piano Regolatore Generale comunale approvato ai sensi dell’art. 66-bis della legge regionale 22 dicembre 1999 n. 38 e smi. Legge 17 agosto 1942 n. 1150 e smi. In attuazione della citata deliberazione di Giunta il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica ha istituito nel settembre 2022 un Gruppo di Lavoro cui ha affidato “il non semplice compito di formulare a questo assessorato una proposta di revisione e aggiornamento delle vigenti NTA dello Strumento Urbanistico Comunale”.
- Negli ultimi dieci anni non si sono verificati aggiornamenti nella pianificazione generale dei 5 Capoluoghi di Provincia. Anche la pianificazione generale degli altri Comuni della Regione non ha fatto registrare novità rispetto al precedente rapporto. Questa situazione di stallo, già segnalata nel precedente RdT, trae origine da diverse circostanze. L’introduzione a livello nazionale di nuove forme di “programmazione” di interventi, stabilizzata con i Programmi Integrati (PRINT); la mancata approvazione del pur avviato Testo Unico regionale delle norme sul governo del territorio che avrebbe dovuto stabilire il nuovo assetto della pianificazione comunale; l’introduzione da parte della LR n. 7/2017 (sulla rigenerazione urbana e recupero edilizio, vedi precedente punto 2.) di nuove modalità di programmazione degli interventi quali i Programmi di rigenerazione urbana (art. 2) e gli Ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio (art 3); la complessità ed onerosità della redazione di nuovi Piani o di loro Varianti generali, sono questi tutti fattori che riducono drasticamente le possibilità da parte dei Comuni di redigere nuovi Piani o di procedere ad un complessivo aggiornamento di quelli vigenti. Le scelte ricadono quasi necessariamente su interventi diretti, favoriti dalla stessa LR n.7 (art 6), e ove necessario, su varianti puntuali eventualmente e surrettiziamente utilizzando gli Accordi di Programma.
- Va data evidenza dell’adesione dei Comuni del Lazio al Bando Nazionale per i Programmi integrati per la qualità dell’abitare (PINQuA) a cui hanno partecipato 8 sul totale di 9 fra Comuni con popolazione superiore a 60.000 e capoluoghi di Provincia, oltre alla Città Metropolitana di Roma ed alla Regione Lazio medesima per un importo complessivo di interventi pubblici pari a circa 450 milioni di euro.
4. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA
PIANI TERRITORIALI E DI SETTORE
Piano Regionale Territoriale | Piano Regionale Paesaggistico | Piano di Assetto Idrogeologico | Piano Gestione Rischio Alluvioni e Piano regionale rischio alluvioni | Piano Regionale Attività Estrattive |
In itinere | 2021 | 2012 | 2016 e 2020 | 2011 |
- Il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale del Lazio (PTPR) è stato definitivamente approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 21 aprile 2021, n. 5 pubblicata sul BUR del Lazio n. 56 del 10.06.2021, ripristinando le Norme della prima Intesa. L’Accordo sottoscritto in data 27 maggio 2021 fra Ministero della Cultura e Regione ai sensi degli artt. 135, 143 e 156 del D.Lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) è stato pubblicato nel medesimo BUR del Lazio n. 56 del 10.06.2021. Il PTPR è stato adottato nel 2007 e pubblicato nel 2008, è seguito di un lunghissimo iter di formazione. La Giunta regionale del Lazio, riconfermata nel 2018, ha riformulato la proposta di Deliberazione Consiliare inerente all’approvazione del PTPR, non conclusasi nel corso della precedente legislatura (n. 5 del 2 agosto 2019 pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 13 del 13 febbraio 2020), a seguito dell’impugnativa del MIC avendo disatteso una parte delle NORME tecniche allegate al Verbale di condivisione sottoscritto dal Tavolo tecnico con il Ministero medesimo. Il MIC In data 17 aprile 2020 ha impugnato la Deliberazione di approvazione (DCR 5/2019) davanti alla Corte Costituzionale la deliberazione di approvazione del PTPR è stato impugnato dal MIC con ricorso davanti alla Corte Costituzionale. La Corte Costituzionale, con Sentenza n.240 pubblicata in data 17 novembre 2020, annulla la deliberazione del Consiglio regionale di approvazione del PTPR pubblicata il 13 febbraio 2020, accogliendo il motivo principale di ricorso prospettato dal MiBACT con riferimento alla violazione del principio di leale collaborazione, in quanto non spettava al Consiglio regionale approvare la deliberazione n. 5 del 2019 di modifica ad alcune Norme del PTPR (alcune parti di 14 articoli su 70 presenti) senza il previo coinvolgimento del MiBACT. La definitiva approvazione ha ripristinato e reintegrato il PTPR con le Norme, così come in precedenza condivise e con i contenuti delle Linee guida medesime, inserite nell’articolo 3 (Elaborati) delle Norme. Il PTPR è al contempo un piano paesaggistico di natura regolativa, come stabilito dal Codice per i beni paesaggistici ricadenti nella Regione, con contenuti prescrittivi ai sensi dell’articolo 143 lett. b), c), e d) del Codice medesimo, (elaborati tavole della serie: A, B, C, e D per tutto il territorio regionale in scala 1:10.000) e con contenuti strategici individuando su tutto il territorio obiettivi di tutela di indirizzo per le pianificazioni territoriali ed urbanistiche con l’individuazione di ambiti di intervento prioritario. Di particolare interesse ed in attuazione della legge regionale 24 del 1998, risulta il quadro strategico di programmazione contenuto nelle Linee guida per la valorizzazione del paesaggio con l’indicazione di ambiti prioritari di intervento dei progetti per la conservazione, recupero, riqualificazione, valorizzazione e gestione del paesaggio in ampie varietà di ambiti (paesaggio costiero e fluviale – art 57 delle Norme, paesaggio periurbano – art. 57, paesaggio agrario e delle architetture rurali – art. 58 , parchi archeologici e culturali – art. 59 , percorsi e punti di vista panoramici – art. 50 ). Le strategie rappresentate spazialmente risultano utili anche per impostare la messa a punto della programmazione FERS della UE 2021/2027 in quanto elaborate con riferimento agli obiettivi in essa contenuti e con riferimento a quelli indicati sin dal 2015 dall’ONU nell’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile relativi ai 17 Goals (Sustainable Development Goals – SDGs), che in tal modo risulterebbero coerentemente inseriti in un piano territoriale adeguato e approvato. Le Linee guida[1] attribuiscono al piano la qualificazione di indicazione, proposizione ed indirizzo delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio di possibile riferimento per gli enti territoriali (Comuni, Province, Città metropolitana) utili ad innovare e qualificare le strategie dei propri ambiti amministrativi in una visione coordinata con lo scenario regionale, e suscettibile di dettagli e approfondimenti progettuali a livello comunale, nonché per l’accesso alle risorse europee, in funzione della loro compatibilità con i diversi valori paesaggistici riconosciuti e tutelati, con particolare attenzione alla salvaguardia dei paesaggi rurali e dei siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO, prevista dal Codice all’articolo 135.

- Per l’attuazione della Direttiva 2007/60/CE (“Direttiva alluvioni”), la Regione Lazio è interessata da due Piani di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA): il PGRA del distretto dell’Appennino centrale e quello del distretto dell’Appennino meridionale. Con DPCM del 27.10.2016, sono stati approvati il PGRA del distretto idrografico dell’Appennino Centrale e il PGRA del distretto idrografico dell’Appennino meridionale. La Direttiva dispone anche il riesame dei Piani di Gestione al 22 dicembre 2021. Con la determinazione n. G15053 del 10/12/2020, a firma congiunta della Direzione Risorse Idriche e Difesa del Suolo e dell’Agenzia di Protezione Civile della Regione Lazio, è stato approvato il documento di aggiornamento (II ciclo) del Piano Regionale per il Rischio Alluvioni Parte B – art 7 comma 3 lettera b) del D.Lgs n.49 del 23 febbraio 2010.
I PIANI TERRITORIALI PROVINCIALI E METROPOLITANI
FROSINONE | LATINA | RIETI | VITERBO | ROMA |
2007 | 2016 Adozione PTPG | 2009 | 2008 | 2010 |
- Lo Schema di Piano Territoriale Provinciale Generale (PTPG) della Provincia di Latina, elaborato ai sensi dell’art. 20 della LR n. 38/99, è stato approvato dal Consiglio Provinciale con Del. n.25 del 27.9.2016 (Adozione PTPG). Il piano mira a mitigare la problematica delle relazioni economiche e spaziali della Provincia di Latina, ipotizzando un’organizzazione policentrica di servizi e funzioni strategiche partendo dalle peculiarità culturali, sociali ed economiche delle tre sub-aree provinciali (nord-pontino, sud-pontino e zona montana). In particolar modo la strategia di piano si basa su tre obiettivi principali: il rafforzamento delle direttrici strutturali storiche con interventi finalizzati all’inserimento di centralità urbane e di servizi; la definizione programmatica delle parti che costituiscono unità tipo-morfologiche omogenee, regolate con sezioni distinte di norme di indirizzo; l’individuazione di aree strategiche per la localizzazione di servizi, secondo la loro classificazione e gerarchia funzionale.
- Il processo di pianificazione della Istituzione metropolitana (di Roma) è stato caratterizzato da una certa inerzia, forse in parte riconducibile anche alla incertezza determinata dall’arresto di alcune significative proposte di legge e dall’assenza di coordinamento interistituzionale. Dopo l’approvazione delle Linee guida per la predisposizione del Piano Strategico Metropolitano – PSM (2015) e del Documento di indirizzo del Piano strategico (2016), la Città metropolitana ha elaborato una Prima ipotesi del percorso tecnico amministrativo di definizione e individuazione delle zone omogenee della Città metropolitana di Roma Capitale (2017). Più recentemente, con l’approvazione del Documento preliminare del PSM avvenuta con il DSM n. 99 del 1° settembre 2020, la Città metropolitana ha definito un primo scenario guidato dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU e dalla Strategia nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Il processo partecipativo, avviato già nel 2019 contemporaneamente alla partecipazione per la definizione delle strategie ed obiettivi per il PUMS, ha coinvolto fra i mesi di maggio e luglio 2021 tutti i livelli amministrativi competenti per la programmazione e l’assegnazione delle risorse pubbliche, compresi i referenti ministeriali e della Regione Lazio, nonché gli stakeholder del territorio metropolitano. Il processo partecipativo è proseguito, anche attraverso il questionario “Nuove generazioni e Agenda 2030” e i Tavoli di lavoro per la co-progettazione del PSM e dell’Agenda Metropolitana per lo Sviluppo sostenibile.
- La Città metropolitana ha avviato l’iter procedurale del PUMS con decreto n.122 del 28.10.2019 della Sindaca Metropolitana relativo alle “Linee di Indirizzo per la redazione del Piano Urbano della Mobilità sostenibile (PUMS)”. La Città metropolitana sta svolgendo il percorso di partecipazione finalizzato alla valutazione e condivisione (con gli Enti, gli altri stakeholders e i cittadini) delle principali indicazioni emerse dal quadro conoscitivo e degli obiettivi e strategie.
- La Città Metropolitana di Roma sta predisponendo anche una Agenda Metropolitana per lo Sviluppo Sostenibile, in fase di elaborazione, che indicherà le azioni specifiche per raggiungere insieme alle altre Città metropolitane italiane gli obiettivi previsti dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Prevede una sinergia anche con la Strategia per lo sviluppo sostenibile della Regione Lazio e con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione (PTM, PSM, PUMS). In linea con i contenuti espressi dall’Agenda 2030, l’Agenda sarà formata per ciascun Goal da: a) obiettivi e indicatori «core» con il confronto tra i diversi livelli (nazionale, regionale, CM, Roma Capitale) e la distanza dall’obiettivo; b) principali azioni in atto o programmate ai diversi livelli (Scenario programmatico) e ulteriori azioni necessarie al conseguimento degli obiettivi (Scenario obiettivo, Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile della Regione Lazio del 2021 e Documento preliminare del Piano strategico metropolitano del 2020); c) «indicatori specifici» per il monitoraggio degli obiettivi e delle politiche locali. Nel marzo 2022 sono stati avviati i Tavoli di lavoro per la co-progettazione del PSM e dell’Agenda Metropolitana per lo Sviluppo sostenibile.
5. LO STATO DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE
Documento di Programmazione Economico e Finanziaria | Piano Operativo FESR | Programma di Sviluppo Rurale | Piano Energetico Regionale | Piano di Gestione dei Rifiuti | Piano Regionale dei Trasporti |
2021 (2021-2023) | 2021 (2021-2027) | 2015 (prorogato nel 2020 al 2022) | 2022 Adozione | 2020 | 2021 adozione |
Piano Regionale di Tutela delle Acque | Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria | Piano del Demanio Marittimo | PNRR-Next Generation Progetti regionali | Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile | |
2018 | 2020 DGR in attesa DCR | 2021 | 2021 | 2021 |
- Il Documento di economia e finanza regionale 2021-2023, Anno 2021 è stato approvato con Del. n. 14 del CR 22.12.2020. La crisi sanitaria mondiale, dovuta alla pandemia da Covid 19, ha avuto significative ripercussioni nella elaborazione e nell’attuazione del Documento. Proprio per questo il Documento, nella prima parte, ha proposto un’analisi approfondita delle principali evidenze socio-economiche e degli scenari economico-finanziari, strutturali e congiunturali, indicando per il breve-medio termine gli obiettivi programmatici di crescita dell’attività economica, della domanda interna e dell’occupazione. Nella seconda parte sono descritti gli scenari tendenziali e programmatici dell’andamento delle principali variabili di finanza pubblica, per costruire un progetto solido per il triennio 2021-2023, anche considerando la fine della fase emergenziale. Lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle diseguaglianze permangono come pilastri strategici, in linea con gli obiettivi di «ripresa e la resilienza» indicati dalle politiche economiche europee e nazionali, e in sintonia con la politica di coesione 2021-2027 per «un’Europa più intelligente, più verde e priva di emissioni di carbonio, più connessa, più sociale e più vicina ai cittadini». Il nuovo Documento di economia e finanza regionale 2021-2023, Anno 2022 è stato approvato con Del. n. 19 del CR 22.12.2021.
- Con Del. n. 996 della GR 30.12.2021 la Regione Lazio ha approvato, congiuntamente, il Programma Regionale FSE+ 2021-2027 e il Programma Regionale FESR 2021-2027. Il FSE+ 2021-2027, redatto nell’ambito degli “Investimenti a favore dell’occupazione e della crescita”, raccoglie nella sua impostazione strategica le sfide poste dal contesto sociale ed economico e fornisce un contributo operativo all’attuazione del “Pilastro europeo dei diritti sociali”, in linea con gli indirizzi dell’UE, determinando un modello economico che garantisca migliori condizioni di lavoro e di vita per tutti. La strategia alla base del Programma, corrispondente agli indirizzi regionali, si articola in 5 Linee strategiche, declinate su fabbisogni di investimento a sostegno delle politiche per l’occupazione, inclusione sociale, formazione e istruzione, correlati con gli obiettivi specifici delineati dal Reg. FSE+ per l’OP 4 “Un’Europa più sociale”: la prima linea strategica riguarda la sfida della riduzione dei livelli di disoccupazione, la seconda l’ampliamento delle opportunità di accesso all’occupazione, la terza l’accrescimento delle capacità e competenze dei lavoratori e dei processi di innovazione delle imprese regionali, la quarta il potenziamento del sistema regionale di formazione e istruzione, la quinta il consolidamento dei diritti di pari opportunità e di inclusione sociale. Il FESR 2021-2027 definisce gli investimenti per la crescita e l’occupazione in coerenza con lo scenario delineato dall’Agenda 2030, dal Green New Deal, dal Next Generation EU e dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). La strategia prevede una forte concentrazione di risorse sugli Obiettivi di Policy (OP), al fine di proseguire e potenziare le attività di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico e le misure per la competitività del sistema imprenditoriale regionale, nonché per la transizione ecologica. Con l’OP 5, in particolare, il Programma sostiene il ruolo centrale delle città che, attraverso specifiche Strategie Territoriali, pianificano l’implementazione di interventi per uno sviluppo urbano integrato, anche con il contributo del PR FSE+ Lazio. Il Programma è declinato in 5 Priorità strategiche: la competitività del sistema produttivo regionale; la transizione ecologica, l’efficientamento energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili, la salvaguardia della biodiversità, la prevenzione e gestione del rischio idrogeologico; lo sviluppo di una mobilità urbana sostenibile; la promozione del turismo sostenibile e inclusivo; lo sviluppo integrato urbano a Roma Capitale e alle città medie con specifiche risorse destinate ai Comuni di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo.
- Il Piano Energetico Regionale (PER) attualmente in vigore risale al 2001 (DCR n. 45 del 14.2.2001), uno strumento quindi elaborato e approvato con riferimento ad un quadro normativo ed esigenziale, sia europeo che nazionale, profondamente diverso da quello attuale. La Regione Lazio ha quindi avviato, al fine di procedere all’aggiornamento del Piano, il processo di costruzione del nuovo Piano Energetico Regionale (PER) attraverso la redazione di un Documento Strategico per il Piano Energetico della Regione Lazio, propedeutico al PER, con il quale si sono definite le misure e gli interventi rivolti allo sviluppo di un sistema energetico regionale più efficiente e mirato al contenimento delle emissioni di gas climalteranti, attraverso la promozione delle fonti rinnovabili. Grazie al Protocollo di Intesa tra la Regione Lazio e l’ENEA (istituito con DGR n. 268 del 7.8.2013 e s.m.i.) si sono svolte una serie di iniziative mirate a promuovere l’innovazione e la formazione a favore dello “sviluppo sostenibile” nel territorio regionale, con riferimento all’energia e all’ambiente. Successivamente è stato istituito il Comitato di Indirizzo Strategico e la Segreteria Tecnica (Determinazione del Direttore Regionale Infrastrutture, Ambiente e Politiche Abitative n. G00859 del 5.2.2015 e s.m.i.) con l’obiettivo di individuare e definire le tematiche tecnico-scientifiche oggetto del PER. La Conferenza sul Nuovo Piano Energetico del Lazio, svoltasi il 9.4.2015, ha segnato l’inizio del percorso di partecipazione e confronto con gli stakeholder pubblici e privati, per la costruzione condivisa del nuovo piano energetico, attraverso l’illustrazione del Documento Strategico per il Piano Energetico della Regione Lazio. La proposta di piano è stata adottata il 17.10.2017 (D.G.R. n. 656, pubblicata sul BURL del 31.10.2017 n.87 Suppl. nn.2, 3 e 4), ed è stata contestualmente avviata la procedura di VAS. Tale aggiornamento, a partire dall’Analisi del Bilancio Energetico Regionale e del potenziale sviluppo nella produzione energetica da fonti rinnovabili, delinea scenari e obiettivi strategici con un orizzonte temporale al 2020, al 2030 e al 2050, in linea con gli obiettivi sovraordinati a livello nazionale e comunitario dal punto di vista temporale, e individua la programmazione e le politiche di intervento per la riduzione delle emissioni climalteranti e per l’implementazione di energia rinnovabile nel mix energetico locale, prevedendo anche il monitoraggio e l’aggiornamento periodico del PER ai fini della verifica degli obiettivi prefissati e per mettere in campo azioni correttive. A conclusione della procedura di VAS, il PER è stato oggetto di parere motivato di Valutazione Ambientale Strategica espresso con Determinazione n. G08958 del 17.7.2018. La Giunta regionale, con atto n. 98 del 10.3.2020, ha deliberato di adottare e sottoporre all’esame del Consiglio Regionale, lo schema di Deliberazione consiliare concernente “Approvazione del nuovo “Piano Energetico Regionale” (PER Lazio) e dei relativi allegati ai sensi dell’art.12 della legge regionale n.38 del 22 dicembre 1999”. Tuttavia, il nuovo quadro normativo e di pianificazione europeo, nazionale e regionale in tema di energia e clima (in particolare il Piano Nazionale Integrato Clima Energia dell’Italia 2021-2030 -PNIEC- del 21.1.2020, la proposta di Piano Nazionale per la Transizione Ecologica, il Green Deal Europeo di cui alla Comunicazione COM(2019) 640 dell’11.12.2019 e, da ultimo, le disposizioni di cui al D. Lgs. 8.11.2021, n. 199 recante “Attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11.12.2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”) ha reso necessario attualizzare i contenuti del PER, elaborando anche un nuovo Rapporto ambientale relativo alle “Modifiche” nell’ambito della procedura di Verifica di Assoggettabilità a VAS limitata ai soli effetti significativi sull’ambiente che non erano stati precedentemente considerati nella procedura di VAS già espletata e conclusa nel luglio 2018. La Giunta regionale, con atto n. 595 del 19.7.2022, ha deliberato di adottare e sottoporre all’esame del Consiglio Regionale, la Proposta di aggiornamento del Piano Energetico Regionale (PER Lazio) e del relativo Rapporto Preliminare.
- Il Piano regionale della Mobilità, dei Trasporti e della Logistica nasce dalla collaborazione tra Regione Lazio, Aremol – Agenzia Regionale per la Mobilità, e il CTL – Centro di ricerca per il Trasporto e la Logistica della Sapienza Università di Roma. Il processo di pianificazione per la redazione del PRMTL, all’interno del quale sono confluiti i contenuti del Piano dei Trasporti peraltro mai approvato dalla Regione, era stato avviato nel 2013, con l’adozione degli Indirizzi per la stesura del Piano, le cui Linee guida e il cui Documento preliminare di Piano, elaborati dall’Assessorato alla Mobilità della Regione Lazio, erano stati approvati tra febbraio e luglio del 2014 da parte della Giunta Regionale. Nell’ottobre 2017 il PRMTL è stato consegnato ed è stato adottato nel gennaio 2021. Il Piano, in linea con gli obiettivi europei di riduzione dei gas serra, punta ad un riassetto della Mobilità regionale, prendendo atto dei corridoi di mobilità che attraversano il territorio regionale (rete TEN-T comprehensive e core, rete Eurovelo, rete Bicitalia…). Tra i principali interventi previsti: la riattivazione della Civitavecchia-Capranica-Orte e la diramazione della Roma-Lido Madonnetta-Fiera di Roma- Fiumicino Aeroporto-Fiumicino città; area romana, la chiusura dell’anello ferroviario di Roma, la trasformazione in linea metropolitana della FL5 Roma-Civitavecchia con adeguamento del nodo di scambio della stazione San Pietro e della FL8 Roma-Nettuno-Latina. Sul sistema ferroviario regionale gli interventi principali sono la nuova stazione AV Ferentino, il completamento della “Littorina” Formia-Gaeta e il ripristino della Priverno-Fossanova-Terracina. Particolare attenzione è stata riservata ai porti del Lazio e alla loro intermodalità: per il porto di Civitavecchia sono previsti interventi sia di potenziamento delle strutture portuali che di migliore connessione ferroviaria e autostradale di ultimo miglio, e sono previsti interventi sui porti di Fiumicino, Gaeta, Formia, Anzio, Ponza, Ventotene e Rio Martino.
- Il Piano di risanamento della qualità dell’aria (PRQA) attualmente in vigore nella Regione Lazio, approvato con DCR. 10.12.2009, n.66, è lo strumento di pianificazione con il quale la Regione dà applicazione alla Direttiva europea 96/62/CE “in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente” e alle successive direttive integrative. In attuazione della direttiva europea 2008/50/CE, che istituisce un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente, recepita nell’ordinamento italiano dal D.Lgs. 155/2010, la Regione Lazio ha aggiornato nel 2016 (con DGR n. 236 del 15.9.2016), sulla base dei dati sulle emissioni registrati nel periodo 2011-2015, la zonizzazione del territorio regionale e la classificazione delle zone e agglomerati ai fini della valutazione della qualità dell’aria ambiente. Il modificato quadro normativo, il persistere di alcune situazioni di criticità ambientale nonché due procedure europee di infrazione in essere (n. 2014/2147 e n. 2015/2043), hanno portato alla necessità di un aggiornamento del vigente PRQA. La Giunta Regionale con deliberazione 30.12.2016, n. 834 ha approvato le “Linee guida per la redazione dell’aggiornamento del Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria (A-PRQA)”. Il processo di aggiornamento del Piano costituisce l’esito di un processo partecipativo attivato dalla Regione Lazio dal 2018 e che ha coinvolto, in ambito VAS, oltre 80 soggetti competenti in materia ambientale. L’aggiornamento ha individuato un nuovo scenario emissivo, che pone come obiettivo principale il raggiungimento entro l’anno 2025 dei valori limite, indicati dal D.lgs 155/2010, sull’intero territorio regionale, attraverso la messa in campo di un set di misure articolate in 42 azioni: 16 per il settore dei trasporti, 13 per il settore della combustione civile, 4 per il settore dell’industria, 6 per il settore dell’agricoltura e zootecnia e 3 per il settore delle emissioni diffuse. A conclusione della procedura VAS, l’aggiornamento del PRQA e le relative Norme di Attuazione sono stati rielaborati in considerazione delle osservazioni pervenute, mentre il Rapporto Ambientale e la Sintesi non Tecnica sono stati integrati sulla base delle prescrizioni contenute nel Parere motivato espresso nell’ambito della procedura stessa. Inoltre, la Regione Lazio ha aggiornato nel 2021 (con DGR n.305 del 28.5.2021), sulla base dei dati sulle emissioni registrati nel periodo 2015-2019, la zonizzazione del territorio regionale e la classificazione delle zone e comuni ai fini della valutazione della qualità dell’aria ambiente. L’aggiornamento del PRQA, adottato con DCR n. 539 del 4.8.2020, è stato approvato con DGR. n. 27 del 2.2.2022 e attualmente è in attesa dell’approvazione del Consiglio regionale.
- Il Piano di Tutela delle Acque Regionali (PTAR), approvato con DCR n. 42 del 27.9.2007 (Supplemento ordinario al BURL n. 34 del 10.12.2007), costituisce un piano stralcio del Piano di Bacino. Attraverso questo strumento la Regione individua e realizza a livello territoriale un insieme sistematico di azioni e interventi finalizzati alla tutela e all’uso sostenibile delle risorse idriche, compatibilmente con gli usi della risorsa stessa e delle attività socio-economiche presenti sul territorio, per il raggiungimento degli obiettivi indicati dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, tra i quali il conseguimento di un stato ecologico buono per ciascun corpo idrico entro il 2015. In attuazione al D.lgs.152/2006 e s.m.i. che prevede un aggiornamento ogni 6 anni del Piano, la Regione Lazio, con DCR n. 18 del 23.11.2018 ha approvato l’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque Regionale (PTAR), adottato con DGR n. 819 del 28.12.2016, che contiene i risultati dell’attività conoscitiva, l’elenco dei corpi idrici a specifica destinazione e delle aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento; la definizione delle misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate, con l’indicazione della cadenza temporale degli interventi e delle relative priorità, tese al raggiungimento di una maggiore tutela ambientale attraverso anche la verifica dell’efficacia delle misure prescritte nel precedente Piano, di quelle attuate e della loro valutazione in termini di costi/benefici ambientali.
- Il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio 2019-2025, quale aggiornamento del precedente Piano del 2012, è stato approvato, ai sensi dell’art. 7, c.1 della LR n. 27/1998, con Deliberazione del Consiglio Regionale n.4 del 5.8.20. L’aggiornamento del Piano di Gestione regionale dei rifiuti (PRGR), avviato con l’individuazione delle Linee guida deliberata mediante la deliberazione della Giunta regionale n. 49 del 31.1.2019, è stato redatto ai fini di dotare la Regione Lazio di uno strumento di pianificazione aggiornato ed adeguato al mutato quadro normativo europeo e nazionale, ai mutamenti economici, sociali e tecnologici, tenuto conto dei dati aggiornati sulla produzione dei rifiuti e del fabbisogno impiantistico all’interno dei cinque ambiti provinciali. Il PRGR costituisce lo strumento principale di programmazione attraverso il quale la Regione Lazio definisce in maniera integrata le politiche in materia di prevenzione, riciclo, recupero e smaltimento dei rifiuti, nonché di gestione dei siti inquinati da bonificare e concorre all’attuazione dei programmi comunitari di sviluppo sostenibile. In particolare, il PRGR dovrà perseguire almeno i seguenti obiettivi: 1. Entro il 2025 chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno del territorio regionale anche attraverso la raccolta differenziata che dovrà raggiungere almeno il 70% nel 2025; 2. Investimenti nelle nuove tecnologie mediante la trasformazione dell’impiantistica esistente nei prossimi anni; 3. Certezza dei tempi nelle procedure autorizzative; 4. Fornire sostegno e finanziamenti per la realizzazione di nuovi impianti pubblici di trattamento di quei flussi di rifiuti per i quali la capacità impiantistica regionale risulta insufficiente; 5. Politica agricola ‘per’ i rifiuti; 6. Prevenzione e riduzione dei rifiuti; 7. Green economy, generando nuovi lavori verdi dai rifiuti; 8. Il rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza in materia di tutela ambientale; 9. Attenzione a problematiche legate alla presenza di gravi infiltrazioni di stampo criminale o mafioso; 10. Misure per incrementare la raccolta differenziata.
- Il “Programma di Sviluppo Rurale del Lazio 2014-2020”, approvato dalla Commissione Europea il 17.11.2015, stabilisce l’impiego delle risorse provenienti dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR- Regolamento UE n.1305/2013). L’emergenza determinata dalla pandemia da Covid-19 e il conseguente protrarsi dei negoziati sul Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) hanno fatto emergere la necessità di un periodo di estensione della programmazione 2014-2020 della Politica Agricola Comune, prorogando al 31.12.2022 l’attuale quadro regolamentare della PAC attraverso l’adozione di un regolamento transitorio (Regolamento (UE) n.2020/2220). Tale regolamento prevede risorse aggiuntive per gli anni 2021 e 2022, al fine di affrontare le conseguenze della crisi pandemica per il settore agricolo e le zone rurali dell’Unione, in conformità al Regolamento (UE) n. 2020/2094 del Consiglio che istituisce l’European Recovery Instrument (EURI), “Strumento dell’Unione europea per la ripresa”, nell’ambito del Next Generation EU (NGEU). Alla Regione Lazio sono stati assegnati circa 37 milioni di euro, che si sommano alla spesa pubblica cofinanziata dal FEASR di 245 milioni di euro per lo stesso periodo. Per il periodo 2014-2022 sono stati quindi stabiliti tre obiettivi strategici: il miglioramento della competitività dell’agricoltura; la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima; uno sviluppo territoriale equilibrato per le zone rurali. Per lo sviluppo rurale questi tre obiettivi sono stati tradotti in sei priorità: 1. promuovere il trasferimento di conoscenze nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali; 2. potenziare la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole; 3. incentivare l’organizzazione della filiera agroalimentare e la gestione dei rischi nel settore agricolo; 4. preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalla silvicoltura; 5. incoraggiare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale; 6. promuovere l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali. In particolare, nell’ambito della strategia di contrasto alla pandemia, il PSR Lazio potenzia le misure ritenute più idonee a soddisfare il bisogno di liquidità delle imprese agricole e, al contempo, anticipa e declina i più ambiziosi obiettivi ambientali e climatici definiti dal Green Deal europeo per la programmazione 2023-2027.
- Con Delibera del Consiglio Regionale del Lazio n. 9 del 26.5.2021 è stato approvato “Piano regionale di utilizzazione delle aree del Demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative, rapporto ambientale e sintesi non tecnica del rapporto ambientale”. I comuni erano tenuti ad adottare i Piani di utilizzazione degli arenili (PUA) in conformità alle disposizioni contenute nel Piano o ad adeguare i PUA già approvati alle suddette disposizioni, entro centottanta giorni dalla pubblicazione sul BURL, avvenuta il 20 luglio 2021.
- La “Strategia regionale di Sviluppo Sostenibile”, presentata il 2.03.2021, è stata elaborata dalla Regione Lazio attraverso un accordo di collaborazione firmato a fine 2018 con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (ora Ministero della Transizione ecologica), coordinato dall’assessorato regionale allo Sviluppo Economico e seguito per la parte tecnica dall’Ufficio di Scopo Piccoli Comuni e Contratti di Fiume. La SRSvS costituisce lo strumento attraverso il quale è stato messo a sistema quanto la Regione Lazio ha fin qui realizzato in materia di sviluppo sostenibile e quanto potrà fare attraverso l’adozione di specifiche disposizioni normative e piani d’azione, nonché specifici investimenti e misure finanziarie. Tale percorso si attua attraverso il coinvolgimento della società civile per renderla partecipe del processo di elaborazione della strategia regionale, sensibilizzando gli attori del mondo della ricerca e della formazione, dell’associazionismo. La formazione dell’Assessorato per la Transizione Ecologica e la Trasformazione Digitale – unico tra le Regioni italiane – evidenzia l’importanza riconosciuta a elementi chiave del New Green Deal e del PNRR che riserva oltre il 40% dei finanziamenti al “Green” ed alla “Digitalizzazione” (Cfr. Carmen Giannino in Urbanistica Informazioni, n. 304).
- In risposta alle direttive europee e nazionali relative alle linee strategiche individuate dal “Piano Nazionale per il rilancio e la resilienza” presentato il 15.9.2020 dal Governo italiano, il contributo della Regione Lazio alla stesura del PNRR è riferibile all’approvazione di tre atti della Giunta Regionale: D.G.R. n. 61 del 05.11.2020, con cui la Regione approva il Next Generation Lazio; D.G.R. n. 170 del 30.3.2021, con cui si approva la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS) “Lazio, Regione partecipata e sostenibile”; D.G.R. n. 185 del 13.4.2021, con cui la Regione Lazio definisce il proprio contributo al Programma Nazionale di Riforma (PNR) 2021. I successivi atti del 2021, pur inquadrandosi nell’ambito di processi e di strategie già operanti anche prima dell’emergenza pandemica, sono anch’essi riferibili all’attuazione della programmazione del settennio UE 2021/2027 legata ai progetti ed alle proposte di riforma inserite nel PNRR. Le priorità progettuali avanzate attraverso la Conferenza Stato Regioni dalla Direzione regionale “Programmazione economica”, che svolge attività di indirizzo e di coordinamento in ordine alla predisposizione dei documenti programmatici relativi alla politica regionale unitaria nonché alle attività relative all’attuazione delle politiche comunitarie, constano di 40 cluster di interventi, per un importo complessivo stanziato di 17 miliardi di euro, articolati nelle 3 linee strategiche (Ls) e nelle 6 Missioni (Ms) indicate nel PNRR, come di seguito specificato:
- LS 1: Modernizzazione del Paese – € 7.089.000.000 (41,2%)
- Ms 1: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo (3 progetti)
- Ms 2: Infrastrutture per la mobilità (6 progetti)
- LS 2: Transizione ecologica – € 5.302.366.917 (30,8%)
- Ms 3: Rivoluzione verde e transizione ecologica (21 progetti)
- LS 3: Inclusione sociale e territoriale, parità di genere – € 4.800.000.000 (27,9%)
- Ms 4: Equità sociale, di genere e territoriale (4 progetti)
- Ms 5: Istruzione, formazione, ricerca e cultura (4 progetti)
- Ms 6: Salute (2 progetti)
- LS 1: Modernizzazione del Paese – € 7.089.000.000 (41,2%)
- Tra i progetti che più da vicino interessano il settore delle costruzioni e la progettazione urbana si segnalano, nell’ambito degli interventi sulle infrastrutture per la mobilità, la chiusura dell’anello ferroviario di Roma, il raddoppio della ferrovia Roma-Pescara, il potenziamento della linea Orte-Falconara, lo sviluppo della rete autostradale e l’infrastrutturazione del sistema portuale regionale e, all’interno della Missione relativa alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, interventi di riforestazione urbana, di riqualificazione energetica edilizia di edifici pubblici, di sviluppo delle ciclovie urbane (GRAB). Tra gli interventi ammessi a finanziamento nell’ambito del piano di investimenti presentato per Roma si evidenziano in particolare il progetto “Cinecittà”, dedicato al rilancio di un hub strategico a livello internazionale nella produzione cinematografica e televisiva a Roma, e quello denominato “Caput Mundi”, che si propone di creare un itinerario turistico nazionale che muovendo dalla capitale porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti ma non meno unici per sviluppare un modello di turismo sostenibile anche in connessione all’evento giubilare. L’attività regionale risulta coerente con le modalità organizzative per l’applicazione del PNRR definite a livello statale. Si evidenzia in particolare l’utile obiettivo di mettere a sistema i finanziamenti con le politiche indicate negli atti di programmazione regionale 2021/2027, le cui strategie sono elencate nel documento allegato alla citata D.G.R. n. 170/2021, in cui un congruo spazio è dedicato alle politiche della città e del territorio. Tuttavia la mancata valutazione dell’entità e delle modalità delle ricadute dei progetti programmati sui contesti territoriali, locali e regionali, lascia ancora una volta irrisolto il problema del canonico dualismo fra programmazione e pianificazione. Il ruolo della pianificazione territoriale ed urbanistica resta fuori dalle strategie localizzative proprio nella fase della sua indiscutibile necessità.
6. AREE CRITICHE E TEMI SPECIFICI
- Le aree interessate dal sisma del 2009 e del 2016, costituenti il cosiddetto “cratere sismico”, comprendono porzioni dei territori regionali di Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria. Tali territori sono oggetto di numerosi interventi ammessi a finanziamento, sia nell’ambito del PNRR e del Fondo Complementare (PNC), sia nell’ambito delle risorse destinate ai Comuni per la rigenerazione urbana. La porzione del territorio laziale inclusa nel cratere sismico interessa la sola provincia di Rieti. Nell’ambito del PNRR, i progetti finanziati in tale area riguardano interventi nel settore delle costruzioni relativi alla messa in sicurezza del patrimonio culturale (Missione: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo) e investimenti infrastrutturali rientranti nella Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) (Missione: Inclusione e coesione). Il Comune di Rieti e altri Comuni della Provincia risultano inoltre destinatari di finanziamenti nell’ambito delle risorse riservate ai Comuni per la rigenerazione urbana. Next Appennino è il programma per il rilancio economico e sociale delle regioni del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016, finanziato dal Fondo Complementare al PNRR per le Aree Sisma. Il Piano Nazionale Complementare interviene con 1 miliardo e 780 milioni di euro per il sostegno allo sviluppo dei territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpiti dai sismi, con fondi per le infrastrutture e incentivi agli investimenti privati. Lo stanziamento mira: a potenziare gli spazi pubblici in una prospettiva di sostenibilità attraverso interventi urbanistici innovativi, a migliorare la resistenza agli eventi sismici e l’efficientamento energetico, ad aumentare la mobilità tra le aree rurali, ad assicurare servizi ai cittadini e alle imprese, e a modernizzare le infrastrutture tecnologiche. I bandi pubblici per l’assegnazione di 620 milioni di euro sotto forma di contributi a fondo perduto e di agevolazioni per i nuovi investimenti nelle aree dei due crateri sismici, quello abruzzese del 2009 e quello del Centro Italia del 2016, sono dieci e riguardano molteplici tipologie di investimenti in coerenza con gli obiettivi del PNRR nazionale e del Next Generation Ue: la transizione ambientale, la valorizzazione dei beni artistici, ambientali e culturali, delle produzioni locali, l’inclusione sociale, l’occupazione dei giovani e delle donne, l’economia circolare. Per la Regione Lazio, la provincia interessata è quella di Rieti, in particolare i Comuni di Accumoli, Amatrice, Antrodoco, Borbona, Borgo Velino, Cantalice, Castel Sant’Angelo, Cittaducale, Cittareale, Leonessa, Micigliano, Poggio Bustone, Posta, Rieti e Rivodutri.
[1] Allegati alle norme:
1) Linee guida per la valutazione degli interventi relativi allo sfruttamento di fonti energia rinnovabile che contengono la individuazione delle diverse tipologie di intervento ed i criteri di valutazione sulla compatibilità in relazione ai diversi ambiti di paesaggio. L’allegato ha natura di indirizzo.
2)Le visuali del Lazio. Linee guida per la valorizzazione paesaggistica che contengono la individuazione di specifiche tipologie di percorso con le relative schede e indicazioni sulla attuazione della tutela. L’allegato ha natura di indirizzo.
3)Linee guida per la valorizzazione del paesaggio n. 13 tavole redatte sulla Carta Tecnica Regionale alla scala 1:50.000 e Quadro sinottico con legenda. Contengono la individuazione di ambiti prioritari per l’attuazione di progetti per la conservazione, recupero, riqualificazione, valorizzazione e gestione del paesaggio di cui all’articolo 143 del Codice con riferimento agli strumenti di attuazione del PTPR, distinti per le diverse tipologie di ambito e relativo strumento di attuazione, indicandone le possibili misure incentivanti. L’allegato ha natura propositiva e di indirizzo.
4)Allegato S: Schede degli Ambiti di Semplificazione articolo 143, comma 4, lettera b), del Codice. L’allegato S ha natura propositiva;