Sezione Toscana
A cura di: Chiara Agnoletti, Francesco Alberti, Camilla Cerrina Feroni, Alessandro Marioni
1. IL QUADRO DI SINTESI SOCIO-ECONOMICO
Con una popolazione di 3.676.285 residenti (anno 2021) e 1.638.797 famiglie (anno 2019), la Toscana rappresenta una Regione di medio-grande dimensione (6,23% della popolazione italiana), con dinamiche demografiche che nell’ultimo triennio hanno fatto registrare un andamento essenzialmente negativo e in linea con la situazione nazionale: un calo del 0,68% della popolazione, un incremento dello 0,36% delle famiglie, un incremento del 6,55% dell’indice di vecchiaia e un incremento del 4,28% della popolazione straniera.
Sul piano economico, la Regione ha fatto registrare un calo del 2,7% del tasso di crescita del PIL nel periodo 2007-2019 (uno dei più bassi), un calo del 1,35% del tasso di occupazione e un calo dello 0,84% degli addetti alle costruzioni nel periodo 2018-2021, infine un avanzamento del 69,14% della spesa del POR 2014-2020 (anno 2021), uno dei più alti a livello nazionale.
In ordine alla tematica della pianificazione comunale, nel periodo 2018-2021 il tasso di rinnovo è stato del 17,1%, più alto rispetto alla media nazionale, a fronte di un incremento di consumo di suolo, che nello stesso periodo è pari allo 0,59%, dato più basso rispetto alla media nazionale.

2. LO STATO DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE
Legge Urbanistica Regionale | Legge Regionale sul Consumo di Suolo | Legge Regionale sulla Rigenerazione urbana |
L.R. 65/2014 “Norme per il governo del territorio”, aggiornata con L.R. 13 del 29/04/2022 | L.R. 65/2014 “Norme per il governo del territorio”, aggiornata con L.R. 13 del 29/04/2022 | L.R. 65/2014 “Norme per il governo del territorio”, aggiornata con L.R. 13 del 29/04/2022 |
- Il contrasto al consumo di suolo è il principale obiettivo perseguito dalla legge di governo del territorio della Regione Toscana n. 65 del 2014, in sinergia con il Piano di Indirizzo Territoriale con valenza di Piano Paesaggistico (PIT-PPR) approvato l’anno successivo. Per rendere l’azione di contrasto effettiva ed efficace, la legge impone ai Comuni di individuare nel proprio Piano Strutturale il perimetro del territorio urbanizzato, sulla base di una prima individuazione operata a scala vasta dal PIT-PPR, al di fuori del quale non sono ammesse edificazioni residenziali.
- I margini di autonomia dei Comuni nella pianificazione del territorio aperto (esterno al perimetro del territorio urbanizzato) sono stati drasticamente ridotti dalla LR 65/2014, in ottemperanza della quale, eventuali “limitati impegni di suolo” anche per destinazioni diverse da quella residenziale devono essere concordati con la Regione e la Provincia o Città Metropolitana nell’ambito di “conferenze di co-pianificazione d’area vasta”. La stessa Regione ha inoltre emanato nel 2016 un Regolamento attuativo della legge (n. 63/R) che disciplina in modo stringente la pianificazione del territorio rurale.
- A fronte dell’incisività delle norme in tema di salvaguardia del territorio rurale, la disciplina dei contesti urbanizzati è meno innovativa, e ripropone in gran parte gli istituti già contemplati nelle precedenti leggi di governo del territorio (dimensionamento per unità organiche elementari, durata quinquennale delle previsioni trasformative, disciplina del patrimonio edilizio esistente con valenza illimitata). Un approccio, almeno di principio più interessante, si rinviene nella riproposizione (con alcune modifiche) dell’istituto della Rigenerazione urbana, la cui applicazione è tutt’ora piuttosto complessa, essendo stato concepito quale risposta “difensiva” alle spinte deregolative del D.L. 70/2011.
- Esaurita con la passata legislatura una stagione di profondo rinnovamento della strumentazione normativa sul governo del territorio (LR 65/2014 e PIT-PPR), la fase attuale vede impegnata la Regione in azioni di “manutenzione” e “messa a registro” dei dispositivi vigenti, volte a superare alcune criticità sul piano dell’interpretazione e applicazione e alla semplificazione dei procedimenti, facendo i conti anche con gli impatti che la pandemia Covid-19 ha avuto sui i cittadini e anche sulle Pubbliche Amministrazioni.
- Seppure la disciplina del territorio rurale sia strettamente connessa con le disposizioni del Piano Paesaggistico regionale, non appare agevole il coordinamento tra normativa definita dalla LR 65 e quella del PIT soprattutto in ordine al riconoscimento degli ambiti di paesaggio rispetto alle morfotipologie proposte dal PIT. I primi sembrano infatti derivare da apprezzamenti di tipo agronomico-produttivo i secondi da considerazioni paesaggistiche. Ciò rischia, nella costruzione del Piano di generare sovrapposizioni di contesti cui consegue un difficile coordinamento normativo.
- Un aspetto lasciato irrisolto dalla LR 65/2014 riguarda la pianificazione strutturale intercomunale, i cui contenuti non sono specificamente declinati né rispetto ai Piani strutturali dei singoli comuni né rispetto ai piani d’area vasta (PTCP e PTCM). In tal senso la legge pare aver riconosciuto la necessità di governare fenomeni territoriali e socio-economici complessi attraverso uno strumento sovralocale ma non abbia conseguentemente provveduto ad individuare temi portanti e procedure adeguate rispetto agli strumenti di area vasta, la cui forma ed i cui contenuti di fatto ricalcano quelli del piano comunale, limitando così la portata strategica associata alla dimensione sovracomunale.
- La LR 65/2014 ha recentemente introdotto anche i Piani Operativi Intercomunali, per far si che i Comuni che già avevano sperimentato la redazione dei Piani Strutturali in forma Intercomunale, possano proseguire il processo di pianificazione nell’ottica dell’area vasta. La Regione dal 2022 ha deciso di cofinanziare la redazione dei POI come aveva fatto, negli anni successivi all’entrata in vigore della LR 65/2014, con i Piani Strutturali Intercomunali.
- Gli ultimi 3 anni sono stati caratterizzati dall’emergenza sanitaria Covid19, che ha avuto ripercussioni, ovviamente, anche sui procedimenti urbanistici comunali. Per questo motivo la Regione, con la LR 31/2020 e le sue successive modifiche, ha normato la “proroga dei termini previsti dalla LR 65/2014 per il contenimento degli effetti negativi dovuti all’emergenza sanitaria”.
- Cercando di dare una prima risposta in tema di semplificazione, la Regione, con la LR 12/2012 ha introdotto disposizioni di semplificazione in materia di governo del territorio finalizzate all’attuazione delle misure previste dal Piano nazionale ripresa e resilienza (PNRR) o dal Piano nazionale degli investimenti complementari (PNC).
3. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE, I COMUNI CAPOLUOGO
AREZZO | FIRENZE | GROSSETO | LIVORNO | LUCCA | MASSA-CARRARA | PISA | PISTOIA | PRATO | SIENA |
Nuovo Piano Strutturale approvato nel 2021. Piano Operativo approvato nel 2021. | Piano Strutturale 2011. Regolam. Urbanistico 2015. Nuovo Piano Strutturale e Piano Operativo avviati nel 2019. | Piano Strutturale 2007 Regolam. Urbanistico 2013. Nuovo Piano Strutturale avviato nel 2019 e Piano Operativo avviato nel 2021 | Nuovo Piano Strutturale approvato nel 2019. Regolam. Urbanistico 1999. Piano Operativo avviato nel 2021. | Nuovo Piano Strutturale approvato nel 2017. Regolam. Urbanistico 2014. Piano Operativo adottato nel 2021 | MASSA Piano Strutturale 2010 Regolam. Urbanistico approvato nel 2019. CARRARA Piano Strutturale 1997 Piano Operativo approvato nel 2022 | Piano Strutturale 1998. Regolam. Urbanistico 2001. Piano Strutturale Intercomunale dei comuni di Pisa e Cascina adottato nel 2020. | Piano Strutturale 2004. Regolam. Urbanistico 2013. Nuovo Piano Strutturale e Piano Operativo avviati nel 2020 | Piano Strutturale 2013. Piano Operativo approvato nel 2019. Nuovo Piano Strutturale avviato nel 2021 | Piano Strutturale 2007. Piano Operativo approvato nel 2021. |
- In ordine alla pianificazione comunale, si sottolinea il trend leggermente negativo del relativo tasso di rinnovo, che dal 24,3% nel periodo 2015-2018 è passato allo 17,1% nel periodo 2018-2021.
- Con la fine del 2019 si sarebbe dovuta concludere la fase del regime transitorio prevista della LR 65/2014 per la redazione dei nuovi strumenti urbanistici. In realtà, l’emergenza covid-19, ha rallentato tale processo e la Regione con la LR 31/2020 e ss.mm.ii. ha di fatto prolungato i tempi di aggiornamento degli stessi al fine di consentire alle Amministrazioni Comunali di poter concludere o riprendere i lavori di predisposizione dei piani urbanistici e i relativi processi partecipativi.
- Il Piano strutturale intercomunale, introdotto con la LR 65/14, ha avuto negli ultimi anni un rinnovato impulso anche in conseguenza di alcuni provvedimenti regionali che lo hanno incentivato: una prima fase sperimentale è stata avviata nel 2015 per poi proseguire negli anni successivi con un sistema di bandi regionali che hanno assegnato incentivi economici per i comuni impegnati in un percorso di pianificazione intercomunale. La Regione Toscana ha recentemente introdotto i piani operativi intercomunali (POI), per i comuni che si sono già cimentati nei PSI e che intendono proseguire l’esperienza anche a scala di Piano Operativo.
- Il quadro complessivo della pianificazione comunale (sia in riferimento alla parte strutturale-strategica che a quella operativa) restituisce oggi un quadro piuttosto differenziato che risente delle molteplici innovazioni normative che hanno interessato la Toscana e che si riflettono, in ultima istanza, su approcci e contenuti degli strumenti. A fronte dei diversi tentativi regionali di uniformare maggiormente gli strumenti comunali, permangono ancora oggi molteplici elementi di eterogeneità che rendono complessa l’analisi comparata o la ricostruzione degli orientamenti a livello di area vasta.
- La pianificazione dei comuni toscani è oggi fortemente condizionata dalle mappe della pericolosità da alluvioni contenute nel Piano per la Gestione del Rischio Alluvioni (2016) nonché dalla nuova normativa regionale (LR 41/2018) in materia di rischio idraulico e di tutela dei corsi d’acqua, che ha drasticamente limitato le possibilità di intervento nelle zone a pericolosità media ed elevata anche per quanto riguarda la ristrutturazione o l’adeguamento di manufatti esistenti per funzioni pubbliche o attività produttive.
- Con l’approvazione del Piano Paesaggistico (PIT-PPR) è stata avviata la fase di conformazione/adeguamento degli strumenti urbanistici alla disciplina paesaggistica. L’iter, regolato da un apposito accordo stipulato ai sensi del Codice fra Regione e MiBAC, prevede l’attivazione di una conferenza paesaggistica finalizzata a verificare i contenuti dei piani, che si esprime sul contenuto degli stessi al momento in cui risultano pronti per la definitiva approvazione: tale impostazione consente agli organi preposti di esprimersi sulla versione definitiva del piano ma, al contempo, introduce criticità legate allo sfasamento temporale del controllo paesaggistico rispetto all’iter di formazione e adozione degli strumenti urbanistici. Dopo ormai quasi 8 anni di attuazione e applicazione del PIT-PPR la Regione e il Ministero sono impegnati nella 3° revisione dell’Accordo che regola il procedimento di conformazione al Piano Paesaggistico degli strumenti urbanistici comunali e provinciali.
4. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA
PIANI TERRITORIALI E DI SETTORE
Piano Regionale Territoriale | Piano Regionale Paesaggistico | Piano di Assetto Idrogeologico | Piano Stralcio Difesa Alluvioni | Piano Regionale Attività Estrattive |
Piano di Indirizzo territoriale (PIT). Approvato nel 2007 | PIT con valenza di Piano Paesaggistico Regionale(PIT-PPR) Approvato nel 2015 | Bacini dei Fiumi Arno e Ombrone: Piano di Gestione del Rischio alluvioni (PGRA).Approvato nel 2016. Ha sostituito per gli aspetti idraulici il Piano stralcio di assetto idrogeologico (PAI, approv. 2005), che mantiene i propri contenuti e le proprie norme per quanto riguarda la pericolosità ed il rischio da frana nel bacino. Bacino del Fiume Serchio: PAI appr. nel 2005, agg. 2013 | Adottato nel 2015 | Piano regionale cave redatto ai sensi della L.R. 35/2015 approvato nel 2020. |
I PIANI TERRITORIALI PROVINCIALI
AREZZO | FIRENZE | GROSSETO | LIVORNO | LUCCA | MASSA-CARRARA | PISA | PISTOIA | PRATO | SIENA |
Variante generale di adeguamento al PIT-PPR approvata nel 2022 | Piano territoriale metropolitano avviato nel 2018 | Variante generale di adeguamento al PIT-PPR avviata nel 2021 | Variante generale di adeguamento al PIT-PPR avviata nel 2022 | Variante generale di adeguamento al PIT-PPR avviata nel 2020 | Variante generale di adeguamento al PIT-PPR avviata nel 2020 | Variante generale di adeguamento al PIT-PPR approvata nel 2022 | Variante generale approvata nel 2020 | Variante generale avviata nel 2020 | Variante generale di conformazione al PIT-PPR avviata nel 2020 |
- La Città Metropolitana di Firenze si è dotata di una Agenda Metropolitana 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, strumento di programmazione previsto dall’ONU volto al raggiungimento dei 17 Obiettivi (SDGs) e dei relativi 169 traguardi nel territorio di riferimento. L’obiettivo che l’istituzione metropolitana si è posta è quello di dotarsi di una propria Agenda che sia capace di allinearsi alle strategie nazionali e regionali per lo Sviluppo Sostenibile a livello metropolitano, traducendo e adattando le priorità e linee di indirizzo nazionali alle specificità del contesto metropolitano fiorentino. L’Agenda Metropolitana 2030 costituisce inoltre una cornice di integrazione ed orientamento degli strumenti strategici di pianificazione della Città Metropolitana di Firenze (PSM, PUMS, PTM) per darne attuazione in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Con il Piano Strategico 2030, la Città Metropolitana di Firenze ha dato avvio ad un percorso di cambiamento, a cui hanno fatto seguito PUMS e PTTM, per migliorare la qualità della vita di tutti gli abitanti del territorio metropolitano, con effetti migliorativi anche per i territori circostanti. La visione di Rinascimento Metropolitano, evoca a tale proposito, un momento di trasformazione culturale dal quale “rinascita” intellettuale, economica, sociale e non ultima ambientale resa ancora più urgente dalla crisi sistemica generata dalla pandemia che ha rafforzato l’attenzione di cittadini, imprese, organizzazioni e istituzioni verso le pressanti sfide sociali, ambientali ed economiche che coinvolgeranno il prossimo decennio.
- Con la spinta data dalla Regione con i bandi di cofinanziamento per l’adeguamento dei PTC al PIT-PPR, tutte le Province toscane sono impegnate nella redazione dei propri piani territoriali di coordinamento. Al momento i PTC di Pisa ed Arezzo risultano già approvati mentre gran parte dei restanti sono già adottati.
- Il ruolo dei PTC risulta oggi indebolito dal riassetto istituzionale che ha fortemente ridimensionato il ruolo delle province: si tratta infatti di piani che sono stati redatti con riferimento a una struttura istituzionale superata, contenenti discipline non più presidiabili dall’ente, che nel frattempo è stato privato delle funzioni amministrative ex-lege sottese da quelle norme.
- La debolezza dei PTC è ulteriormente amplificata da una pianificazione d’area vasta che vede ora come principale interprete il PIT-PPR, strumento che disciplina il territorio regionale per “ambiti di paesaggio”, unitamente a una pianificazione strutturale intercomunale, introdotta dalla LR 65/2014, che in molti casi abbraccia ambiti territoriali di grande estensione (es.: Garfagnana, Mugello, Empolese-Val d’Elsa, Valdisieve).
- Con il Piano Strategico, approvato nel 2017, la Città Metropolitana di Firenze ha delineato un percorso di cambiamento, definito “Rinascimento Metropolitano”, declinato attraverso tre visioni strategiche: l’accessibilità universale; la definizione di opportunità diffuse; e infine, la valorizzazione del territorio rurale come insieme integrato di “terre del benessere” (in termini di qualità di vita ed equilibrio eco-sistemico).
- Dopo una fase di consultazione dei Comuni, la Città Metropolitana di Firenze ha avviato l’iter di formazione del Piano Territoriale Metropolitano,con il supporto scientifico del Dipartimento di Architettura di Firenze, la cui adozione è prevista entro la fine del 2022.
5. LO STATO DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE
Documento di Programmazione Economico e Finanziaria | Piano Operativo FESR | Programma di Sviluppo Rurale | Piano Energetico Regionale | Piano di Gestione dei Rifiuti | Piano Regionale dei Trasporti |
Documento di economia e finanza regionale 2022 Approvato nel 2022 | Por Fesr 2014- 2020 approvato. Proposta di Programma regionale FESR 2021-2027 – avvio nel 2022 | Programma sviluppo rurale 2014 – 2022 approvato | PAER approvato nel 2015 | Piano Rifiuti e Bonifiche – approvato nel 2014. Ultima variante integrativa 2017. Nuovo Piano per la gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinanti (Piano per l’economia circolare) avviato nel 2021 | PRIIM – approvato nel 2014. Ultimo monitoraggio 2021 |
Piano Regionale di Tutela delle Acque | Piano di Tutela della Qualità dell’Aria | Piano del Demanio Marittimo | PNRR-Next Generation Progetti regionali | Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile | |
Piano di tutela delle acque della Toscana – approvato nel 2005 Aggiorna- mento 2017 | Nuovo piano approvato nel 2018. | Demandato ai comuni | https://pnrr.toscana.it/ (Descrizione delle 6 missioni e dei progetti regionali) | Agenda 2030: verso una Toscana sostenibile |
- La Regione Toscana, con delibera G.R. n. 1482/2020, ha approvato gli indirizzi per la presentazione delle proposte progettuali regionali da candidare nell’ambito del Programma Innovativo Qualità dell’Abitare (PINQUA) di cui al D.Interm. 395/2020, successivamente finanziati dallo Stato con risorse del PNRR. La strategia territoriale promossa dalla Regione è stata incentrata sui seguenti criteri guida: incremento dell’offerta di edilizia sociale, criticità socioeconomiche e/o ambientali, carenza nella dotazione di infrastrutture e servizi, incremento nella qualità dell’edificato in termini di sostenibilità ambientale, recupero e rifunzionalizzazione del patrimonio edilizio esistente. La Regione ha promosso quindi, di concerto con ANCI Toscana, un’azione di coordinamento rivolta ai Comuni sotto i 60.000 abitanti (che non potevano, secondo il bando PINQUA, avanzare direttamente le candidature), da cui è scaturita la elaborazione di tre proposte progettuali (C.a.s.c.i.n.a nella cintura pisana, Nuove CaSe nei comuni di Calenzano e Sesto Fiorentino e Abitare la Valle del Serchio), che sono state valutate positivamente dal MIMIS e tutte finanziate con le risorse del PINQUA per complessivi 45 milioni di euro circa.
- La Regione Toscana, sempre attraverso apposito tavolo di coordinamento costituito con ANCI Toscana e sulla scorta della positiva esperienza dei PINQUA, ha inoltre promosso la costruzione di un Parco progetti regionale in materia di rigenerazione urbana e dell’abitare (decisione G.R.T. 38/2021) attraverso una manifestazione d’interesse rivolta ai comuni toscani. La Regione ha inteso, in tal modo, raccogliere le sollecitazioni progettuali presenti sul territorio al fine di rispondere tempestivamente alle diverse opportunità di finanziamento sulle linee comunitarie, nazionali e regionali. A seguito della manifestazione d’interesse (promossa con decreto dirigenziale 12350/ 2021) sono state presentate ben 1200 proposte da parte di 172 comuni e 6 unioni di comuni per un valore di investimento di circa tre miliardi di euro. Le proposte sono state quindi esaminate dal tavolo RT-ANCI nell’ottica di costruire ed attuare una strategia omogenea per la riqualificazione urbana e dell’abitare e raccolte in apposito database costituente il parco progetti regionale (approvato con delibera GR 282/2022) che è stato reso, peraltro, strutturale e permanete prevedendone il periodico aggiornamento.
- In tema di politiche abitative/abitare sociale la Regione Toscana, con L.R. 78/2020 ha impegnato risorse per complessivi 2 milioni di euro, che si aggiungono ai 5 inizialmente stanziati, per la sottoscrizione di quote del fondo housing toscano allo scopo di promuovere la realizzazione di alloggi sociali, anche con interventi di tipo innovativo e sperimentale a seguito dell’emergenza COVID- 19.
- Conclusa sostanzialmente la stagione dei Progetti di Innovazione Urbana (PIU), che hanno sostanziato la strategia territoriale per le aree urbane del programma POR FESR 2014-2020, la Regione Toscana, in attuazione del nuovo ciclo della programmazione europea, ha promosso il programma regionale FESR 2021-2027. La strategia riferita alle urbane è incardinata nell’obiettivo Specifico OS 5.1 finalizzato a promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale e la sicurezza nelle aree urbane. Nei primi mesi del 2022 la Regione ha promosso una manifestazione d’interesse rivolta ai Comuni, che ha consentito di selezionare (con delibera della G.R.T. n. 422 dell’11.04.2022) dieci proposte progettuali, alcune delle quali predisposte da più comuni in forma coordinata con progettualità di rilevanza sovracomunale.
- Lo scenario toscano in tema di portualità è molto cambiato in seguito all’applicazione del D.Lgs 169/2016 (c.d. “Decreto Del Rio”). Nel territorio toscano, al posto delle 3 Autorità Portuali Nazionali (Marina di Carrara, Livorno e Piombino) sono adesso presenti 2 Autorità di Sistema Portuale: l’ASP del Mar Tirreno Settentrionale, con sede a Livorno, che comprende i porti di Livorno, Piombino, Capraia Isola, Portoferraio, Rio Marina e il pontile di Cavo, e l’ASP del Mar Ligure Orientale (Autorità di Sistema Portuale Interregionale), con sede a La Spezia, che comprende i porti di La Spezia e di Marina di Carrara. In attuazione della riforma della portualità le due AdSP hanno promosso i procedimenti di formazione e approvazione del Documento di Pianificazione Strategica di Sistema portuale (DPSS), a cui seguiranno gli ulteriori aggiornamenti dei Piani Regolatori Portuali. Nel caso di Carrara si è concluso l’iter di approvazione del DPSS mentre per i porti di Livorno-Piombino è in corso di approvazione. Si segnala inoltre che, a seguito della recente modifica introdotta alla L. 84/1994 per effetto del D.L 121/2021 (c.d. decreto semplificazioni convertito in L. 156/2021), che ha rimodulato l’iter di approvazione del DPSS e dei PRP riconducendolo all’esclusiva competenze dello Stato e delle AdSP sottraendo la materia alla potestà legislativa concorrente delle Regioni, la Regione Toscana ha promosso ricorso alla Corte Costituzionale.
6. AREE CRITICHE E TEMI SPECIFICI
- Sul fronte del PNRR, le risorse che complessivamente sono state intercettate dalla Toscana, a favore dei Comuni (in gran parte) ma anche di Regione, Soprintendenze, Ato e società di gestione, ammontano complessivamente a 4 miliardi e 600 milioni di euro circa. La maggior parte delle risorse sono concentrate sulla missione 2 (tutela del territorio e delle acque, economia circolare , mobilità sostenibile, agricoltura sostenibile, energie rinnovabili). Tra le progettualità promosse direttamente dalla Regione in tema di mobilità sostenibile si segnalano: il progetto relativo alla implementazione della tramvia fiorentina (dalle Piagge a Campi Bisenzio e nella tratta Piazza della Libertà a Bagno a Ripoli) finanziata per complessivi 372,5 milioni di euro, il rinnovo del parco autobus (finanziato per 90 milioni euro) e del parco treni (28 milioni euro ), la ciclovia tirrenica (23 milioni di euro); inoltre circa 95 milioni di euro di risorse statali connesse al PNRR sono state destinate a progetti pilota per la lotta all’erosione costiera.
- Mentre i lavori per la nuova stazione AV di Firenze (stazione “Belfiore”) sono a uno stato relativamente avanzato di esecuzione, la realizzazione del passante ferroviario sotterraneo non è ancora iniziata. A seguito di un incontro (febbraio 2022) tra i vertici di RFI, il Presidente della Regione e il Sindaco di Firenze, l’avvio dello scavo è stato calendarizzato per fine settembre 2022 con l’obiettivo di completare il progetto di “penetrazione urbana della AV” uscito dalle Conferenze dei Servizi sul “nodo di Firenze” del 2000-2003 entro il 2027. Gli interventi prevedono anche la realizzazione di una fermata regionale di corrispondenza con la stazione Belfiore (fermata Circondaria), presente nel progetto del 2003 ma stralciata da un Accordo quadro del 2010, e l’attivazione di un people mover tra le stazioni di Belfiore e Santa Maria Novella. Allo spostamento dei collegamenti nazionali su Belfiore è subordinato l’ulteriore potenziamento dei servizi regionali-metropolitani sui binari di superficie rispetto a quanto previsto dall’Accordo Quadro approvato dalla Giunta regionale della Toscana l’8 marzo 2016 in via propedeutica alla firma del contratto di servizio con Trenitalia.
- Il polo siderurgico di Piombino, riconosciuto come area di crisi industriale complessa, è stato oggetto di un’azione di rilancio coordinata tra il livello nazionale, regionale e locale mediante la sottoscrizione di diversi Accordi di Programma, gli ultimi dei quali (2018/2019) con il gruppo indiano Jindal Steel West, subentrato nella proprietà dello stabilimento. Lo stanziamento di ingenti finanziamenti pubblici e la promozione di misure agevolative ha consentito l’accelerazione degli interventi di infrastrutturazione del porto industriale e la graduale ripartenza della produzione siderurgica, nonché la localizzazione di nuove PMI. Il processo è stato accompagnato dalla rilettura della pianificazione comunale, avvenuta in accordo con la Regione in relazione al nuovo piano industriale, prefigurando il progressivo allontanamento dal contesto urbano degli impianti a maggiore impatto, e aprendo nuove opportunità di rigenerazione urbana e recupero delle aree dismesse contestuali ad un sistemico e programmato sviluppo degli ambiti portuali. Tuttavia, ad oltre quattro anni dalla sottoscrizione degli Accordi e dalla revisione della pianificazione comunale per le aree industriali e portuali, peraltro sostanzialmente confermata e aggiornata anche nel nuovo Piano Strutturale intercomunale (Piombino-Campiglia M.ma) adottato nel corso del 2021 e redatto d’intesa con l’Autorità di sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale attraverso la contestuale definizione del Documento di Pianificazione Strategica di Sistema portuale (DPSS), non è stato ancora concretamente avviato il processo di riassetto funzionale e di rilancio del polo siderurgico piombinese, con conseguente stallo anche delle possibili azioni di riconversione e rigenerazione urbana prefigurate dalla pianificazione comunale. Peraltro, di recente, Piombino è tornato nuovamente al centro dell’attenzione nazionale in relazione alla decisione del governo di localizzare nel porto una nave rigassificatrice, nel quadro della strategia nazionale promossa in conseguenza del conflitto Russia- Ucraina per la diversificazione dell’approvvigionamento energetico. Il procedimento autorizzativo è attualmente in corso (è prevista la conclusione entro la fine di ottobre 2022) ed è accompagnato dal netto rifiuto della comunità locale anche in relazione al pluridecennale ritardo delle bonifiche ambientali dei siti industriali dismessi e al mancato rilancio e riconversione del polo siderurgico.