Sezione Friuli Venezia Giulia

A cura di: Pierpaolo Zanchetta

1. IL QUADRO DI SINTESI SOCIO-ECONOMICO

Con una popolazione di 1.197.295 residenti (anno 2021) e 560.922 famiglie (anno 2019), il Friuli Venezia Giulia rappresenta una Regione di piccole dimensioni (2,03% della popolazione italiana), con dinamiche demografiche che nell’ultimo triennio hanno fatto registrare un andamento essenzialmente negativo e in linea con la situazione nazionale: un calo dello 1,08% della popolazione, un incremento dello 0,25% delle famiglie, un incremento del 6,67% dell’indice di vecchiaia e un incremento del 7,70% della popolazione straniera.

Sul piano economico, la Regione ha fatto registrare un calo del 6.30% del tasso di crescita del PIL nel periodo 2007-2019, un incremento del 1,81% del tasso di occupazione e un incremento dello 1,93% degli addetti alle costruzioni nel periodo 2018-2021, infine un avanzamento del 73,9% della spesa del POR 2014-2020 (anno 2021), uno dei più alti a livello nazionale.

In ordine alla tematica della pianificazione comunale, nel periodo 2018-2021 il tasso di rinnovo è stato del 3,6%, più basso rispetto alla media nazionale, a fronte di un incremento di consumo di suolo, che nello stesso periodo è pari allo 0,46%, dato più basso rispetto alla la media nazionale.

Variazione di indicatori in tema di sviluppo e di pianificazione

2. LO STATO DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE

Legge Urbanistica RegionaleLegge Regionale sul Consumo di SuoloLegge Regionale sulle Politiche Abitative
L.R. 5/2007 “Riforma dell’urbanistica e disciplina dell’attività edilizia e del paesaggio” (profondamente modificata in particolare dalla LR 12/2018 e dalla LR 6/2019 per gli aspetti urbanistici e dalla LR 14/3013 per gli aspetti paesaggistici)L.R. 25 settembre 2015, n. 21 “Disposizioni in materia di varianti urbanistiche di livello comunale e contenimento del consumo di suolo(Abrogata dalla LR 6/2019. Il Consumo di suolo viene trattato nella LR 5/2007)L.R. 1/2016 “Riforma organica delle politiche abitative e riordino delle Ater
Legge Regionale di riforma Autonomie LocaliLegge Regionale su mobilità ciclabile 
LR 21/2019 Esercizio coordinato di funzioni e servizi tra gli enti locali del Friuli Venezia Giulia e istituzione degli Enti di decentramento regionaleL.R. 8/2018 Interventi per la promozione della nuova mobilità ciclistica sicura e diffusa 
  • LR 5/2007 la riforma non è mai andata a regime in quanto era subordinata all’entrata in vigore, mai avvenuta, del Piano Territoriale Regionale. Attualmente, in particolare in base alla LR 12/2018 e alla LR 6/2019, si operano con delle disposizioni transitorie che hanno ripreso i contenuti della LR 52/1991 abrogata dalla LR 5/2007. Con LR 14/2013, e in seguito con diversi aggiornamenti, viene disciplinata la formazione e l’attuazione del Piano Paesaggistico Regionale, approvato nel 2018.
  • La legge 21/2015 è stata abrogata dalla LR 6/2019 che ha riportato la trattazione del tema all’interno della norma urbanistica (LR 5/2007). Di fatto i contenuti attengono più ad aspetti procedurali che di sostanza relativamente al consumo di suolo. Non viene data una definizione di consumo di suolo e non si prevede l’introduzione di limiti o di reali riduzioni rispetto al consumo di suolo previsto dai piani regolatori. Non definisce modalità di monitoraggio del consumo di suolo e non prevede meccanismi finalizzati alla rigenerazione urbana come alternativa al consumo di suolo.
  • Dopo la chiusura delle Provincie prevista dalla LR 26/2014 e la costituzione delle Unioni Territoriali Intercomunali, una ulteriore riforma in senso inverso (LR 21/2019) ha costituito degli organismi ibridi chiamati Enti di Decentramento Regionale che di fatto corrispondono alle 4 ex provincie (hanno lo stesso territorio di competenza e lo stesso logo) ma sono per ora degli enti regionali non autonomi e con competenze limitate principalmente all’edilizia scolastica e alla viabilità. In territorio montano le UTI si sono trasformate in Comunità di montagna, con aggregazioni di Comuni alle volte diverse dalle precedenti UTI. Di fatto si torna ad una organizzazione a 4 livelli (Regione, EDR, Comunità, Comuni).

3. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE, I COMUNI CAPOLUOGO

TRIESTEGORIZIAUDINEPORDENONE
2015200120122021

In ordine alla pianificazione comunale, si sottolinea il trend discendente del relativo tasso di rinnovo, che dal 4,2% nel periodo 2015-2018 è passato allo 3,6% nel periodo 2018-2021.

Attualmente si assiste ad una consistente attività di conformazione o adeguamento dei PRGC e di altri piani al Piano Paesaggistico Regionale. Dopo anni di stasi nella rinnovazione degli strumenti comunali, se non per varianti puntuali e tematiche, si rimette in modo un aggiornamento generale degli strumenti ma va sottolineato che ciò avviene nell’ambito di una conformazione ad uno strumento paesaggistico in assenza di uno strumento di governo del territorio di scala regionale che definisca il quadro entro cui operare su tutti gli altri aspetti urbanistici, sulle problematiche più attuali e sulle sfide che attengono il territorio in questa critica fase storica.

4. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA

PIANI TERRITORIALI E DI SETTORE

Piano Regionale TerritorialePiano Regionale PaesaggisticoPiano di Assetto Idrogeologico (Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta Bacchiglione)Piano Stralcio Difesa Alluvioni del Distretto idrografico Alpi Orientali 2015-2021Piano Regionale Attività Estrattive
Piano Urbanistico Regionale Generale (PURG) del 1978. Piano Governo del Territorio (PGT) approvato nel 2013 ma mai entrato in vigore in attesa di una variante di aggiornamento organicoApprovato nel 2018. In fase di attuazione.Approvato nel 2013, entrato in vigore nel 2014Approvato 2016. In fase di aggiornamento 2021-2027Adottato 2017. In fase di VAS dal 2029.

I PIANI TERRITORIALI PROVINCIALI

TRIESTEGORIZIAUDINEPORDENONE
  • Con LR 26/2014 è stata prevista la soppressione delle province dall’ordinamento regionale e le relative funzioni sono state riassegnate a Regione, ai Comuni o alle Unioni Territoriali Intercomunali (U.T.I.). Con il 2018 tutte le province sono state chiuse.
  • Con LR 21/2019 una nuova riforma ha soppresso le UTI e costituito le Comunità, come sistemi di collaborazione tra Comuni, e degli organismi chiamati Enti di Decentramento Regionale che di fatto corrispondono alle 4 ex provincie ma sono per ora degli enti regionali non autonomi e con competenze limitate principalmente all’edilizia scolastica e alla viabilità. Al momento non emerge una eventuale competenza in materia di pianificazione territoriale degli EDR o di future nuove Provincie. Neanche le Comunità o Comunità di montagna, che hanno preso il posto delle UTI, hanno assegnata una competenza di pianificazione di area vasta o di coordinamento.
    Tuttavia sia il Piano di Governo del Territorio approvato nel 2013, ma mai divenuto operativo, sia in modo minore il Piano Paesaggistico Regionale richiamano ad una pianificazione di area vasta come scala appropriata per disciplinare determinate politiche territoriali.

5. LO STATO DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE

Documento di Economia e Finanza RegionalePiano Operativo FESRProgramma di Sviluppo RuralePiano Energetico RegionalePiano di Gestione dei RifiutiPiano infrastrutture di trasporto, mobilità merci e logistica
2023 (documento periodico annuale)  In corso di redazione per la programmazione 2021-2027 (proroghe x emergenza Covid)In corso di redazione per la programmazione 2021-2027. Da questa programmazione redatto a livello nazionale.2015Per i rifiuti urbani approvazione 2012, per i rifiuti speciali approvazione 20162011
Piano Trasporto Pubblico LocalePiano Regionale di Tutela delle AcquePiano di Tutela della Qualità dell’AriaPiano di utilizzazione del Demanio MarittimoPNRR-Next Generation Progetti regionaliStrategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile
201320182013. In fase di VAS l’aggiornamento del piano)2022In fase di redazione. I primi documenti sono stati approvati nel 2021
  • Il piano energetico regionale è particolarmente datato in particolare se consideriamo gli stravolgimenti mondiali del mercato energetico, la crisi climatica, le innovazioni tecnologiche del settore. Ad oggi una forte spinta di imprese ed investitori verso filiere complesse basate sul solare fotovoltaico ha una significativa ricaduta sull’assetto del territorio proprio in termini di pianificazione dei diversi usi e di contemperazione di diverse esigenze.
  • Il Piano infrastrutture di trasporto, mobilità merci e logistica necessita di continue revisioni alla luce degli scenari geopolitici in continua mutazione soprattutto per quanto attiene alla strategia basata sul rafforzamento dei porti regionali mentre pare consolidarsi la rete di connessioni verso est e verso nord.
  • Il Piano del Trasporto Pubblico locale ha trovato nella conclusione del contenzioso per l’assegnazione del contratto per il gestore unico regionale per la parte “gomma” la possibilità di passare alla fase operativa che comporta l’integrazione con altre forme di organizzazione del territorio (integrazione modale, coordinamento orari, biglietti unici multimodali).
  • Anche la pianificazione delle acque rappresenta un nodo critico nel momento in cui la crisi climatica porta in concorrenza diversi usi imponendo scelte più drastiche di quelle ipotizzate solo alcuni anni fa.

6. AREE CRITICHE E TEMI SPECIFICI

  • Il quadro dell’avanzamento della spesa dei fondi del PNRR è in continuo mutamento e l’esito di questa straordinaria disponibilità economica sarà rilevabile a posteriori una volta verificato il buon esito delle diverse iniziative. Probabilmente non c’è stato il tempo di costruire una strategia regionale specifica se non quella precedentemente definita e annualmente aggiornata dal Documento di Economia e Finanza Regionale. Dal punto di vista della pianificazione territoriale non c’è però una visione calata sul territorio e quindi al momento si ravvisa una distanza tra gli strumenti di programmazione economica e quelli di pianificazione territoriale. Questa distanza dovrà essere colmata dal nuovo Piano di Governo del Territorio che avrà il compito di registrare gli effetti del PNRR e di definire le strategie post PNRR.
  • La Regione vive una situazione di disallineamento tra una fase di adeguamento o conformazione dei piani comunali al Piano Paesaggistico Regionale e l’assenza di un Piano di governo del territorio con il rischio di sovrapporre due fasi importanti di recepimento di strategie regionali da parte dei Comuni nel momento in cui verrà approvata la variante al PGT che lo renderebbe efficace e operativo. Possibile soluzione è quella di rendere il PPR come una sorta di “carta del territorio” che definisce preliminarmente un quadro degli elementi invarianti all’interno dei quali vengono delineate le strategie di trasformazione e sviluppo del territorio regionale da definirsi nel nuovo Piano di Governo del Territorio. Tuttavia il PPR non copre tutte le tematiche classiche di una Carta del territorio ma si limita agli aspetti propriamente paesaggistici e vincolistici e ad alcune strategie relative agli aspetti culturali, della rete ecologica, della mobilità lenta. Quindi in una logica di “statuto del territorio” andrebbero ulteriormente sviluppati aspetti più urbanistico-territoriali, peraltro come era originariamente previsto nel PPR, come quelli legati alle infrastrutture, alle aree produttive, al tessuto edilizio recente
  • Necessità di una legge urbanistica regionale che disciplini strumenti e funzioni da assegnare ai diversi livelli (comunale-area vasta-regionale) e che affronti in maniera specifica le questioni del consumo di suolo e della rigenerazione urbana e territoriale.
  • Dare soluzione al governo dell’area vasta attualmente non presidiato da un soggetto con specifiche attribuzioni.
  • Necessità di ridefinire il posizionamento della regione alla luce dei recenti mutamenti dello scenario geopolitico definendo una strategia adattativa in un contesto fortemente mutevole. Se pensiamo che la regione veniva quasi identificata come una piattaforma logistica per l’area mediterranea e centro europea, ora la perdita dei riferimenti di connessione a livello globale determina anche una crisi di identità dell’intero sistema. Proprio per la sua natura di regione transfrontaliera, risente più di altre delle incertezze degli scenari di equilibrio e sviluppo europeo e internazionale.