Sezione Puglia

A cura di: Francesco Rotondo, Maristella Loi, Giovanna Mangialardi, Olga Giovanna Paparusso, Alessandra Rana, Giulia Spadafina.

1. IL QUADRO DI SINTESI SOCIO-ECONOMICO

Con una popolazione di 3.912.166 residenti (anno 2021) e 1.595.981 famiglie (anno 2019), la Puglia rappresenta una Regione di grande dimensione (6,63% della popolazione italiana), con dinamiche demografiche che nell’ultimo triennio hanno fatto registrare un andamento essenzialmente negativo e in linea con la situazione nazionale: un calo del 1,59% della popolazione, un incremento dello 0,65% delle famiglie, un incremento del 11,45% dell’indice di vecchiaia (tra i più alto) e un leggero incremento dello 0,07% della popolazione straniera.

Sul piano economico, la Regione ha fatto registrare un calo del 6,6% del tasso di crescita del PIL nel periodo 2007-2019, un incremento del 2,64% del tasso di occupazione e un significativo incremento dello 4,9% degli addetti alle costruzioni nel periodo 2018-2021, infine un avanzamento del 86,56% della spesa del POR 2014-2020 (anno 2021), il più alto a livello nazionale.

In ordine alla tematica della pianificazione comunale, nel periodo 2018-2021 il tasso di rinnovo è stato del 1,9%, più basso rispetto alla media nazionale, a fronte di un incremento di consumo di suolo, che nello stesso periodo è pari allo 1,09%, dato poco più alto rispetto la media nazionale.

Variazione di indicatori in tema di sviluppo e di pianificazione

2. LO STATO DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE

Legge Urbanistica RegionaleLegge Regionale sul Consumo di SuoloLegge Regionale sulla Rigenerazione urbanaLegge regionale riuso e riqualificazione edilizia
L.R. 56/1980 “Tutela e uso del territorio”   L.R. 20/2001 “Norme generali di governo e uso del territorio”L.R. n. 18/2019 “Norme in materia di perequazione, compensazione urbanistica e contributo straordinario per la riduzione del consumo di suolo e disposizioni diverseL.R. 21/2008 “Norme per la rigenerazione urbana”L.R. 20/2022 Norme per il riuso e la riqualificazione edilizia e modifiche alla legge regionale 26 novembre 2007, n. 33 (Recupero dei sottotetti, dei porticati, di locali seminterrati e interventi esistenti e di aree pubbliche non autorizzate).
  • Il quadro legislativo regionale di riferimento per il governo del territorio è costituito dalla L.R. n. 20/2001 “Norme generali di governo e uso del territorio”, che in attuazione dei principi di sussidiarietà, efficienza e celerità dell’azione amministrativa, trasparenza delle scelte, ampia partecipazione e perequazione, regola e controlla gli assetti, le trasformazioni e gli usi del territorio. La Legge, per mezzo di principi e procedure, ridefinisce il sistema della pianificazione alle diverse scale, rinviando ad altre norme e atti la definizione dei contenuti degli strumenti. Nello specifico, il DRAG (Documento Regionale di Assetto Generale), previsto dalla L.R. 20/2001 e articolato in più parti (quella relativa ai criteri di formazione dei PUG è stata approvata con DGR n. 1328/2007, quella relativa ai criteri di formazione dei PTCP con DGR n. 1759/2009, e quella relativa ai criteri di formazione dei PUE DGR N. 2753/2010), rappresenta lo strumento che sviluppa le linee generali e gli indirizzi per la formazione e la gestione degli strumenti di assetto del territorio regionale alla scala comunale (PUG e PUE) e sovracomunale (PTCP). Gli atti del DRAG non sono solo un formale adempimento, ma hanno la finalità di dissipare dubbi, chiarire principi, regole e procedimenti, ed accompagnare l’applicazione delle norme. Si evidenzia che nonostante la Regione Puglia faccia riferimento alla L.R. n. 20/2001 come Legge Urbanistica Regionale, sia ancora vigente anche la precedente L.R. 56/1980 “Tutela e uso del territorio” in quanto mai abrogata, ma valida per tutti i comuni che mantengono strumenti urbanistici comunali precedenti (PRG e PdF) a quelli introdotti dalla L.R. 20/2001.
  • Si citano, inoltre, alcuni riferimenti normativi settoriali utili a definire ulteriormente il quadro legislativo regionale: la L.R. n. 21/2008 “Norme per la rigenerazione urbana”; la L.R. n. 12/2008 “Norme urbanistiche finalizzate ad aumentare l’offerta di edilizia residenziale sociale (ERS)”; la L.R. n. 18/2019 “Norme in materia di perequazione, compensazione urbanistica e contributo straordinario per la riduzione del consumo di suolo e disposizioni diverse”; L.R. 20/2022 “Norme per il riuso e la riqualificazione edilizia”. Particolare attenzione merita la L.R. 21/2008 sulla rigenerazione urbana, innovativa nella sua impostazione e nelle procedure, incentiva i comuni ad intervenire nei “contesti urbani periferici e marginali interessati da carenza di attrezzature e servizi, degrado degli edifici e degli spazi aperti e processi di esclusione sociale, ivi compresi i contesti urbani storici interessati da degrado del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici e da disagio sociale; i contesti urbani storici interessati da processi di sostituzione sociale e fenomeni di terziarizzazione; le aree dismesse, parzialmente utilizzate e degradate”. La L.R. 20/2022 è l’ultima approvata in materia e costituisce l’introduzione nella normativa regionale ordinaria degli ampliamenti previsti dal cosiddetto “Piano Casa” del governo Berlusconi, fin qui prorogata annualmente e più oggetto di interventi sanzionatori della Corte costituzionale. La norma disciplina gli interventi di ampliamento (art. 3), demolizione e ricostruzione (art. 4), e demolizione e ricostruzione con delocalizzazione delle volumetrie (art. 5), con o senza mutamento delle destinazioni d’uso del patrimonio edilizio esistente. Ai Comuni spetterà la perimetrazione degli ambiti d’intervento in cui sarà possibile consentire interventi di ampliamento o demolizione e ricostruzione, da approvarsi con apposito atto deliberativo del Consiglio comunale. Rispetto alle precedenti proroghe, l’ampliamento viene consentito solo nelle zone residenziali e viene eliminata la possibilità di cambio d’uso in zone diverse da quelle già destinate a residenza, mentre si introduce la possibilità di ampliamento e demolizione e ricostruzione anche nelle zone agricole precedentemente non applicabili, con il rischio di perdere numerosi elementi dei contesti rurali di valore storico-testimoniale.
  • Di rilievo, è la pianificazione paesaggistica in Puglia. Il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), ai sensi degli artt. 135 e 143 del Codice, con specifiche funzioni di piano territoriale ai sensi dell’art. 1 della L.r. 7 ottobre 2009, n. 20 “Norme per la pianificazione paesaggistica”, è stato approvato con DGR n. 176/2015, con successive modifiche e integrazioni. Il PPTR, co-pianificato con il MiBACT, persegue le finalità di tutela e valorizzazione, nonché di recupero e riqualificazione dei paesaggi di Puglia. Il piano ha fornito indirizzi di tutela attivi applicabili sull’intero territorio regionale e con modalità differenziate sulla base degli ambiti di paesaggio individuati. Declina la valorizzazione attraverso cinque progetti strategici sugli asset paesaggistici ritenuti maggiormente rilevanti, come la gestione integrata delle coste, il patto città-campagna, la mobilità “dolce”, La Rete Ecologica Regionale (RER). Evidentemente, i cinque progetti di paesaggio non esauriscono le molteplici istanze di trasformazione che ricadono sul territorio pugliese, ma hanno fornito l’esempio di come orientare le possibili trasformazioni in un’ottica di sostenibilità dello sviluppo.
  • Si citano, infine, i processi in corso. Nel dettaglio, è stato avviato il processo di semplificazione della L.R. n. 20/2001 “Norme generali di governo e uso del territorio”, al fine di facilitare il processo di elaborazione di nuovi piani urbanistici, ed è in elaborazione la Proposta di L.R. “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo” sul consumo di suolo, che avrà come obiettivo la riduzione progressiva del consumo di suolo non ancora urbanizzato per usi insediativi e infrastrutturali, in coerenza con l’obiettivo europeo di azzerarlo entro il 2050.

3. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE, I COMUNI CAPOLUOGO

BARIBARLETTA-ANDRIA-TRANIBRINDISIFOGGIALECCETARANTO
Lo strumento urbanistico generale vigente è il PRG, approvato nel 1976 e adeguato alla L.R. n.56/1980 nel 1989. È in corso il procedimento di redazione del Piano Urbanistico Generale in attuazione della L.R. n. 20/2001 (DPP approvato con DCC n.75 del 13.10.2011)  Barletta: Lo strumento urbanistico generale vigente è il PRG, approvato nel 2000 e adeguato alla L.R. n.56/1980 nel 2003. È in corso il procedimento di redazione del Piano Urbanistico Generale in attuazione della L.R. n. 20/2001 (DPP approvato con DCC n.71 del 23.09.2019).
Andria: Lo strumento urbanistico generale vigente è il PRG, approvato nel 1995 e adeguato alla L.R. n.56/1980 nel 2003.
Trani: Lo strumento urbanistico generale vigente è il PUG, approvato nel 2009 (DCC n.8 del 31.03.2009). Il Piano è precedente all’applicazione della Delibera n. 1328 del 3/8/2007 di approvazione del “Documento Regionale di Assetto Generale” sugli Indirizzi e criteri da seguire per la redazione dei PUG.
Lo strumento urbanistico generale vigente è il PRG, approvato nel 1985 e adeguato alla L.R. n.56/1980 nel 1989. È in corso l’avvio del procedimento di redazione del Piano Urbanistico Generale in attuazione della L.R. n. 20/2001 (Atto di indirizzo DGC n. 470 del 31/12/2020)Lo strumento urbanistico generale vigente è il PRG, approvato nel 2009. È in corso l’avvio del procedimento di redazione del Piano Urbanistico Generale in attuazione della L.R. n. 20/2001 (DPP adottato con DCC n.74 del 10.04.2019)Lo strumento urbanistico generale vigente è il PRG, approvato nel 1989. È in corso il procedimento di redazione del Piano Urbanistico Generale in attuazione della L.R. n. 21/2001 In seguito all’annullamento dell’adozione del DPP nel 2017, è stato ricostituito l’ufficio di Piano (DD. n. 1046 del 04/05/2021)  Lo strumento urbanistico generale vigente è il PRG, approvato nel 1978 e adeguato alla L.R. n.56/1980 nel 1989. È in corso il procedimento di redazione del Piano Urbanistico Generale in attuazione della L.R. n. 20/2001 (DPP approvato con DCC n.108 del 06.06.2019)  
  • In ordine alla pianificazione comunale, si sottolinea il trend leggermente negativo del relativo tasso di rinnovo, che dal 2,3% nel periodo 2015-2018 è passato allo 1,9% nel periodo 2018-2021
  • Dall’analisi dei dati raccolti per ricostruire lo stato della pianificazione comunale aggiornata al 2022, sono emerse alcune questioni chiave, che si riportano di seguito.
    • Ben 147 comuni sono dotati di Piano Regolatore Generale (PRG); 65 comuni sono dotati di Programma di Fabbricazione (PdF) spesso risalenti alla Legge Nazionale n. 1150/1942 e precedenti la L.R. 56/80; e solo 45 comuni sono dotati di un nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) in attuazione della L.R. n. 20/2001.
    • Pertanto, a fronte dell’esiguo 17,5% di Comuni dotati di PUG, ben il 57,2% dei comuni ha ancora un Piano Regolatore Generale e circa il 25,3% ha un Programma di Fabbricazione; quindi, circa l’82% dei Comuni è dotato di piani di vecchia generazione.
    • Inoltre, tutti i Comuni più grandi, Capoluoghi di Provincia e di Regione, sono dotati di PRG, a distanza di vent’anni dalla promulgazione della Legge 20/2001, benché in quasi tutti i casi siano in corso procedimenti per la formazione di piani di nuova generazione (anche da lungo tempo come  nel caso del Comune di Bari o dei Comuni di Foggia e Lecce che hanno rielaborato più volte il DPP riavviando il processo di formazione del PUG in corso da ormai diversi anni).
    • I Comuni con Programmi di Fabbricazione, nati per governare per lo più l’espansione, si concentrano in via prioritaria nel Sud Salento e nei Monti Dauni e sono, nella maggior parte dei casi, Comuni medio-piccoli.
    • Si sottolinea, inoltre, che oltre 70 Comuni hanno avviato processi di nuova pianificazione per dotarsi di PUG ai sensi della L.R. 20/2001, di cui 44 attualmente sono dotati di PRG e 26 di PdF.
    • Questi dati rilevano una chiara difficoltà da parte delle amministrazioni comunali sia nel rinnovamento degli strumenti di pianificazione urbanistica, sia, in alcuni casi, nella chiusura di processi avviati. Contrariamente a quanto accadeva in passato, i tempi maggiori di formazione dei piani comunali si scontano nella fase di adozione rispetto a quella di approvazione da parte degli Enti sovraordinati ormai limitati dalla legge a 150 giorni per l’espressione del parere e 180+30 giorni per la convocazione e chiusura della Conferenza di servizi decisoria. La difficoltà più rilevante si è evidenziata, in molti casi, nella necessità di eliminare i consistenti residui di piano, come richiesto dalla Regione Puglia nella verifica di compatibilità. Spesso questo diventa un ostacolo insormontabile alla redazione di nuovi piani comunali che decidano di eliminare tali residui volumetrici perché incontrano l’ostacolo delle popolazioni insediate che nei comuni medi e piccoli coincidono con la gran parte dei proprietari interessati.
  • Concentrando la ricognizione sulla sola pianificazione comunale di nuova generazione emerge, dunque sui 45 Comuni attualmente dotati di un Piano Urbanistico Generale (PUG), si denota come il dato non trovi particolare rilevanza se raffrontato con l’estensione territoriale dei Comuni interessati, al contrario emerge fortemente la correlazione con quello della popolazione residente. A questo proposito si riscontra come dei 45 dotati di PUG, più della metà (26) fa capo a Comuni con meno 10.000 abitanti, mentre i restanti (19) si riferiscono a processi di pianificazione conclusi da Comuni tra i 10.000 e i 55.000 abitanti. Nessuno dei più popolosi Comuni pugliesi (in ordine crescente: Manfredonia, Cerignola, Molfetta, Altamura, Brindisi, Barletta, Lecce, Andria, Foggia, Taranto, Bari) è dotato di uno strumento generale di nuova generazione.
  • Si evidenzia come successivamente alla promulgazione della LUR, legge di principi ma non di carattere operativo, la Regione Puglia si sia dotata di un Documento Regionale di Assetto Generale contenente “Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto dei Piani Urbanistici Generali”, a decorrere dal 2010. Ciò ha costituito un’innovazione, in termini di contenuti dei PUG, in quanto gli strumenti approvati prima di quella data e conseguentemente redatti ispirandosi ai soli principi contenuti nella Legge Urbanistica Regionale di fatto seguono le tradizionali modalità di redazione dei PRG. Pertanto, pur trattandosi di piani di nuova generazione, si evidenzia una marcata differenza tra i piani redatti in conformità al DRAG e quelli ad esso precedenti. Ulteriore tema da evidenziare è il ruolo del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, approvato nel 2015, nella capacità di rinnovamento della pianificazione urbanistica, che grazie al recepimento dei contenuti strategico-progettuali alla scala locale, può arricchirsi con obiettivi di sviluppo integrato (obiettivi di qualità paesaggistica, Rete Ecologica, Mobilità sostenibile, Patto Città-Campagna, Valorizzazione Coste e Patrimonio). Ma, dei 45 comuni dotati di PUG, solo 13 risultano conformi al PPTR (Lucera, Cellamare, Monteiasi, Ceglie Messapica, San Ferdinando di Puglia, Vico del Gargano, Castellaneta, San Cesario di Lecce, Arnesano, Corigliano d’Otranto, Casalnuovo Monterotaro, Grumo Appula, Statte) e 8 adeguati al PPTR (Ascoli Satriano, Bitetto, Campi Salentina, Melpignano, Monopoli, Porto Cesareo, Roccaforzata, San Severo). Si evidenzia inoltre che alcuni comuni stanno adeguando anche i vecchi PRG al PPTR, anziché avviare il procedimento di nuovo piano urbanistico conforme al PPTR; ciò può produrre ulteriori rallentamenti nel tasso di rinnovamento della pianificazione urbanistica e divenire un mero adempimento formale che vanifica di fatto le potenzialità di arricchire il territorio con contenuti strategici di sviluppo.

4. LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA

PIANI TERRITORIALI E DI SETTORE

Piano di Assetto Idrogeologico Piano di Gestione Rischio Alluvioni Piano di Gestione delle AcquePiano Paesaggistico Territoriale Regionale Piano di tutela delle Acque (PTA) 
approvato con  Delibera del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino della Regione Puglia, n. 39 del 30 11 2005I ciclo (2010-2016) approvato con DPCM del 27/10/2016 II ciclo (2021-2027), adottato Delibera del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino della Regione Puglia, n. 2 del 20.12.2019I ciclo (2000-2009), approvato con DPCM del 10/04/2013, II ciclo (2010-2015), approvato con Del. Comitato Istituzionale Integrato n. 1 del 03/03/2016 III ciclo (2021-2027) in corso di aggiornamentoapprovato con Delibera di Giunta n. 176 del 16.02.2015  approvato con Delibera di Giunta n. 1333 del 16.07.2019, Aggiornamento PTA adottato con Delibera di Giunta n. 1333 del 16.07.2019 DGR n. 1333 del 16/07/2019
Piano Regionale delle Coste (PRC) Piano di Qualità dell’Aria (PRQA) Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Piano Regionale Gestione Rifiuti Urbani Piano Regionale Attività Estrattive  (PRAE)
adottato con Delibera di Giunta n. 1392del 28.07.2009 e approvato con Delibera di Giunta n. 2273 del 13.10.2011Presa d’atto del D.P.P. e del   rapporto preliminare ambientale comprensivo degli indirizzi con Delibera di Giunta n. 2439 del 30.12.2019approvato il D.P.P. e il rapporto preliminare ambientale con Delibera di Giunta n. 1424 del 2.08.2018approvato con Delibera di Consiglio regionale n. 162 del 28.12.2021 comprensivo della sezione gestione dei fanghi di depurazione del servizio idrico integrato, e della proposta di Piano delle bonifiche delle aree inquinate  approvato con Delibera di Giunta n. 580 del 15.05.2017 Varianti al PRAE con con Delibera di Giunta n. 445 del 23.02.2010  
Piano Regionale dei Trasporti (PRT) Il Piano Triennale dei Servizi 2015-2017 (PTS) Il Piano Regionale delle Merci e della Logistica (PRML) Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (PRMC)  
Piano Regionale dei Trasporti (PRT) della Regione Puglia adottato con LR n.16 del 23 giugno 2008   Piano Attuativo del Piano regionale dei Trasporti 2015-2019 (attualmente vigente) è stato approvato con Delibera di Giunta n. 598 del 26.04.2016   Piano Attuativo del Piano regionale dei Trasporti 2021-2030 (in corso di procedura VAS) è stato adottato con Delibera di Giunta n. 754 del 23.05.2022approvato con DGR n. 598 del 26.04.2016adottato con DGR n. 1310 del 04.08 2021(in corso di procedura VAS) è stato adottato con Delibera di Giunta n. 177 del 17.02.2020 
  • La Pianificazione di Area Vasta della Regione Puglia si è arricchita negli ultimi anni sia con alcuni aggiornamenti riguardanti la pianificazione di distretto e di settore in materia di gestione delle risorse idriche, l’attuazione degli strumenti di pianificazione paesaggistica e costiera alla scala, sia l’adozione di nuovi strumenti riferiti alla tutela del territorio al settore dei trasporti e della mobilità ciclistica. Considerati i temi, sui quali la Regione Puglia ha investito in termini di pianificazione di Area Vasta, emerge chiaramente la necessità e la volontà per la Regione Puglia di sviluppare strumenti pianificatori con indirizzi ben specifici, che guardano alla salvaguardia dei territori, alla crescita di città e comunità sostenibili e alla lotta contro il cambiamento climatico coerentemente con gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
  • Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). Il PAI della regione Puglia è stato approvato con Delibera del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino della Regione Puglia, n. 39 del 30 11 2005. La Legge n. 183/1989 sulla difesa del suolo ha stabilito che il bacino idrografico, inteso come “il territorio dal quale le acque pluviali o di fusione delle nevi e dei ghiacciai, defluendo in superficie, si raccolgono in un determinato corso d’acqua direttamente o a mezzo di affluenti, nonché il territorio che può essere allagato dalle acque del medesimo corso d’acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le foci in mare ed il litorale marittimo prospiciente”. Strumento di gestione del bacino idrografico è il Piano di Bacino che si configura quale strumento di carattere “conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, difesa e valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato”. L’intero territorio nazionale è suddiviso in bacini idrografici classificati di rilievo nazionale, interregionale e regionale. La Puglia rientra nell’Unit of Management Regionale Puglia e interregionale Ofanto. Il P.A.I. adottato dalla regione Puglia ha le seguenti finalità:
    • la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini imbriferi, con interventi idrogeologici, idraulici, idraulico – forestali, idraulico – agrari compatibili con i criteri di recupero naturalistico;
    • la difesa ed il consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i movimenti franosi ed altri fenomeni di dissesto;
    • il riordino del vincolo idrogeologico;
    • la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d’acqua;
    • lo svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica, di piena, di pronto intervento idraulico, nonché di gestione degli impianti.

Il Piano definisce, inoltre, le aree caratterizzate da un significativo livello di pericolosità idraulica, in funzione del regime pluviometrico e delle caratteristiche morfologiche del territorio, sono le seguenti: Aree a alta probabilità di inondazione (AP), Aree a media probabilità di inondazione (MP), Aree a bassa probabilità di inondazione (BP). Inoltre, il territorio è stato inoltre suddiviso in tre fasce a pericolosità geomorfologica crescente: PG1, PG2 e PG3. Il Piano definisce, infine, il Rischio idraulico (R) come Entità del danno atteso correlato alla probabilità di inondazione (P), alla vulnerabilità del territorio (V), al valore esposto o di esposizione al rischio (E) determinando: Aree a rischio molto elevato – R4; Aree a rischio elevato – R3; Aree a rischio medio/moderato – R2.

  • Pianificazione di Distretto. La pianificazione pugliese di settore in tema di gestione, protezione, conservazione e valorizzazione delle risorse idriche, ha avuto alcuni aggiornamenti nel corso degli ultimi tre anni, sia per l’attuazione delle politiche comunitarie (Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, Direttiva Alluvioni 2007/60/CE) che per il mutato assetto dell’Autorità di Bacino Distrettuale. Infatti, il Piano di Gestione Rischio di Alluvioni (PGRA) del Distretto idrografico Appennino Meridionale, elaborato ai sensi dell’art. 7 della Direttiva 2007/60/CE e dall’art. 7 comma 8 del D.Lgs. 49/2010, è stato aggiornato con il II ciclo (2016-2021), adottato con Delibera del Comitato Istituzionale Integrato n. 2 del 20/12/2019. Il PGRA è uno strumento di pianificazione di bacino che riguarda tutti gli aspetti della gestione del rischio di alluvioni, comprese le previsioni di alluvione e il sistema di allertamento nazionale, che tengono conto delle caratteristiche del bacino idrografico o del sottobacino interessato. Il PGRA viene predisposto per cicli ed aggiornato periodicamente ogni sei anni, e differentemente dal PAI, incarna il senso della ‘gestione integrata’ della risorsa idrica, comprendendo anche la promozione di pratiche sostenibili di uso del suolo, il miglioramento delle azioni di ritenzione delle acque, nonché l’inondazione controllata di alcune aree in caso di fenomeno alluvionale. Ciò potrà ispirare interventi di salvaguardia del territorio che rispondano alle criticità idrauliche ma che favoriscano l’implementazione della componente ecologiche dell’asta idrica. In particolare, esso individua una serie di misure finalizzate alla prevenzione (riducendo gli elementi esposti a rischio e la loro vulnerabilità, predisponendo strumenti di pianificazione), alla protezione (riducendo la pericolosità del territorio attraverso interventi fisici e strutturali) e alla preparazione (migliorando la capacità di risposta delle comunità all’evento). Mentre, il Piano di Gestione delle Acque (PGA) è in corso di aggiornamento con il III ciclo (2021-2027), a seguito del I ciclo (2000-2009), approvato con DPCM del 10/04/2013, e del II ciclo (2010-2015), approvato con Del. n. 1 del Comitato Istituzionale Integrato del 03/03/2016.  Il PGA, aggiornato ogni sei anni, promuove un approccio integrato dei diversi aspetti gestionali ed ecologici alla scala di distretto idrografico e prevede misure volte alla compatibilità tra le pressioni antropiche e corpi idrici, per giungere, infine, ad azioni che incidono direttamente sul modello di sviluppo, indirizzandolo nell’ottica della sostenibilità ambientale. Esso è lo strumento attraverso il quale è stata impostata l’azione di governance della risorsa idrica a scala distrettuale, in termini di tutela, regolazione e gestione; esse consentono il conseguimento dello stato ambientale “buono” che impone la Direttiva 2000/60/CE.
  • Il Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR). Il PPTR è un piano paesaggistico ai sensi degli artt. 135 e 143 del Codice (D.Lgs. 42/2004) e, con specifiche funzioni di piano territoriale ai sensi dell’art. 1 della L.r. 7 ottobre 2009, n. 20 “Norme per la pianificazione paesaggistica”. Le disposizioni normative del PPTR individuano i livelli minimi di tutela dei paesaggi della Regione, e costituiscono previsioni cogenti e non derogabili da parte di piani, programmi e progetti di settore e territoriali. Inoltre, esse sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti urbanistici e negli atti di pianificazione ad incidenza territoriale previsti dalle normative di settore, ivi compresi quelli degli enti gestori delle aree naturali protette. La struttura del Piano è articolata attraverso il Sistema delle Tutele (strutture idrogeomorfologica, ecosistemica-ambientale e storico culturale), l’Atlante del patrimonio ambientale territoriale e paesaggistico (descrizioni analitiche, descrizioni strutturali di sintesi, interpretazioni identitarie e statutarie), e lo Scenario Strategico (Obiettivi generali e specifici e i Cinque Progetti Territoriali per il paesaggio regionale). Il PPTR persegue, in particolare, la promozione e la realizzazione di uno sviluppo socioeconomico auto-sostenibile e durevole e di un uso consapevole del territorio regionale, anche attraverso la conservazione ed il recupero degli aspetti e dei caratteri peculiari della identità sociale, culturale e ambientale del territorio regionale, il riconoscimento del ruolo della biodiversità, la realizzazione di nuovi valori paesaggistici integrati e coerenti, rispondenti a criteri di qualità e sostenibilità. L’insieme degli Obiettivi generali e specifici delinea la visione progettuale dello Scenario Strategico di medio lungo periodo che si propone di mettere in valore, in forme durevoli e sostenibili, gli elementi del patrimonio identitario individuati nell’Atlante, elevando la qualità paesaggistica dell’intero territorio regionale. Gli obiettivi generali del PPTR:
    • Garantire l’equilibrio idrogeomorfologico dei bacini idrografici;
    • Migliorare la qualità ambientale del territorio;
    • Riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici;
    • Valorizzare il patrimonio identitario culturale-insediativo;
    • Riqualificare i paesaggi degradati delle urbanizzazioni contemporanee;
    • Valorizzare la struttura estetico-percettiva dei paesaggi della Puglia;
    • Valorizzare e riqualificare i paesaggi costieri della Puglia;
    • Garantire la qualità territoriale e paesaggistica nella riqualificazione, riuso e nuova realizzazione delle attività produttive e delle infrastrutture;
    • Garantire la qualità edilizia, urbana e territoriale negli insediamenti residenziali urbani e rurali.

Gli obiettivi generali danno luogo a Cinque Progetti Territoriali per il paesaggio regionale (la Rete Ecologica regionale, il Patto città-campagna, il sistema infrastrutturale per la mobilità dolce, la valorizzazione integrata dei paesaggi costieri, i sistemi territoriali per la fruizione dei beni culturali e paesaggistici) che con valore di direttiva, analizzano e reinterpretano in chiave progettuale le componenti ambientali e paesaggistiche del territorio. Sebbene siano passati sette anni dalla sua approvazione, il PPTR è in continuo aggiornamento (se ne registra l’ultimo con DGR n. 1801 del 15 novembre 2021), così come disciplinato all’art. 97, comma 5 e all’art. 104 delle NTA del PPTR, in riferimento all’approfondimento delle tutele paesaggistiche alla scala comunale ed agli eventuali errori di localizzazione e perimetrazione. È importante segnalare che nell’ultimo triennio è progredita l’attività di adeguamento della pianificazione locale alla pianificazione paesaggistica, così come disciplinato all’art. 145, comma 4 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Gli adeguamenti al Piano Paesaggistico consentono da un lato l’approfondimento di scala delle tutele paesaggistiche e dall’altro rappresentano una forma di attuazione dello scenario strategico territoriale declinato alla scala di dettaglio. Ad oggi risultano approvati: 13 Piani Urbanistici Generali di nuova formazione conformi al PPTR, ai quali si aggiungono 5 procedimenti in chiusura; 8 Piani Urbanistici Generali adeguati al PPTR, ai quali si aggiungono 3 procedimenti in chiusura, e 1 Piano Regolatore Generale adeguato al PPTR, al quale si aggiungono 4 procedimenti in chiusura.

  • Piano di Tutela delle Acque (PTA).La riformulazione dei modelli di gestione della risorsa idrica, ha portato la Regione ad aggiornare il Piano di Tutela delle Acque (PTA), già approvato con DGR Dgr n. 230 del 20/10/2009, che rappresenta un piano stralcio di settore del Piano di Gestione di Bacino del 04/08/2009.  Il Piano si configura come strumento di pianificazione regionale in materia di tutela delle acque e costituisce uno specifico piano di settore, le cui disposizioni hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni e gli enti pubblici, nonché per i soggetti privati. Esso è finalizzato alla tutela qualitativa e quantitativa delle acque superficiali, marine costiere e sotterranee e introduce il concetto di “tutela integrata” degli aspetti qualitativi e quantitativi delle risorse idriche. Il PTA ha l’obiettivo di conseguire il miglioramento dello stato delle acque, di perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili, di mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate, mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità, e di proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, degli ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici. In particolare, la normativa vigente richiede che il PTA elabori un programma di misure volto al conseguimento, degli obiettivi di seguito elencati:
    • mantenimento o raggiungimento per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei dell’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di “buono”;
    • mantenimento, ove già esistente, dello stato di qualità ambientale “elevato”;
    • mantenimento o raggiungimento, per i corpi idrici a specifica destinazione, degli obiettivi di qualità per specifica destinazione, salvo i termini di adempimento previsti dalla normativa previgente.

L’aggiornamento del PTA, adottato con DGR n. 1333 del 16/07/2019, include importanti contributi descrittivi della qualità del sistema dei corpi idrici sotterranei (acquiferi) e superficiali (fiumi, invasi, mare, ecc), derivanti da monitoraggi specifici anche in relazione agli impatti esercitati dalle attività antropiche. Inoltre, l’aggiornamento del piano fornisce indirizzi per la programmazione in materia di riuso acque reflue depurate, che favorisce tanto il risparmio della risorsa idrica, limitando il progredire dei fenomeni di contaminazione salina, quanto la riduzione degli scarichi inquinanti. Per completezza del quadro riferito alla pianificazione di settore delle risorse idriche, integrata alla pianificazione di Distretto, si segnala che la Regione Puglia sta promuovendo lo strumento di governance del Contratto di Fiume (CdF), ai sensi dell’art. 68 bis del D.Lgs 152/2006, formalizzando prima l’adesione alla “Carta Nazionale dei Contratti di Fiume”, con DGR n. 2322 del 28 dicembre 2017, e poi attivando Tavolo Tecnico Regionale permanente di Coordinamento dei Contratti di Fiume, con coordinamento in capo alla Sezione Risorse Idriche, con DGR n. 1788 del 7 ottobre 2019. Infatti, ad oggi si registrano 3 CdF in fase di attivazione (fiume Ofanto, fiume Lato, lago Occhito) e 1 CdF in fase di attuazione (canale Reale).

  • Il Piano Regionale delle Coste (PRC). Il PRC, elaborato ai sensi dell’art. 3 della Lr n.17 del 23.06.2006, è entrato in vigore con DGR. Dgr n.2273 del13.10.2011, rappresenta la codificazione sul territorio dei principi della Gestione integrata delle zone costiere e assume gli obiettivi di garantire l’equilibrio fra la salvaguardia degli aspetti ambientali e paesaggistici, la libera fruizione della costa e lo sviluppo delle economie del mare, perseguendo un equilibrio tra tutela e sviluppo della costa. Il PRC, sulla base di conoscenze integrate riguardanti le dinamiche di trasformazione fisiche e ambientali del litorale regionale, ha delineato il quadro delle sensibilità e criticità delle coste e, in considerazione del complesso sistema vincolistico presente, ha definito le principali scelte di gestione della fascia demaniale marittima. Esso esprime norme e i criteri di utilizzo e fruizione della fascia demaniale (parametri di zonizzazione demaniale, accessi e infrastrutture e interventi di recupero costiero) che trovano poi una specifica attuazione alla scala comunale nei Piani Comunali delle Coste (PCC). Ad esempio, il PRC stabilisce che nelle aree turistico-ricreative (destinate a Stabilimenti Balneari, a Spiagge Libere con Servizi o a Spiagge libere), le aree destinate a Stabilimenti Balneari non possono superare il limite massimo di concedibilità del 40%, salvaguardando la libera fruizione della costa. La combinazione dei differenti parametri di zonizzazione dei PCC permette a ciascun comune di sviluppare politiche di gestione e sviluppo costiero aderenti alle peculiarità di ciascun territorio, alle sue problematiche e alle dinamiche insediative e dei flussi turistici, pur nel rispetto di determinate pre-condizioni ambientali e paesaggistiche. Nonostante la chiarezza degli indirizzi del piano regionale in merito alle modalità di disciplina della costa, a undici anni dall’approvazione del PRC, l’attuazione alla scala comunale stenta a prendere piede.  Infatti, dei 68 comuni costieri della puglia, solo i comuni di Tricase, Galatone, Nardò e Lecce hanno approvato in via definitiva i PCC. Mentre risultano adottati: 5 PCC (Isole Tremiti, Chieuti, Rodi Garganico, Mattinata, Manfredonia) su 15 comuni costieri in provincia di Foggia; 1 PCC (Bisceglie) su quattro comuni costieri in provincia BAT; 6 PCC (Molfetta, Giovinazzo, Bari, Mola, Polignano, Monopoli) nella Città Metropolitana di Bari; 4 PCC (Fasano, Carovigno, Brindisi, Torchiarolo) su sei comuni costieri in provincia di Brindisi; 6 PCC (Manduria Maruggio, Torricella, Lizzano, Taranto, Massafra) su undici comuni costieri in provincia di Taranto; 7 PCC (Andrano, Castrignano del Capo, Patù, Salve, Ugento, Taviano, Gallipoli), in aggiunta ai 4 approvati, su ventitré comuni costieri in provincia di Lecce.
  • Il Piano di Qualità dell’Aria (PRQA).La Regione Puglia, con Legge Regionale n. 52 del 30.11.2019, all’art. 31 “Piano regionale per la qualità dell’aria”, ha stabilito che “Il Piano regionale per la qualità dell’aria (PRQA) è lo strumento con il quale la Regione Puglia persegue una strategia regionale integrata ai fini della tutela della qualità dell’aria nonché ai fini della riduzione delle emissioni dei gas climalteranti“. Il medesimo articolo 31 della L.R. n. 52/2019 ha enucleato i contenuti del Piano Regionale per la Qualità dell’aria prevedendo che detto piano:
    • contiene l’individuazione e la classificazione delle zone e degli agglomerati di cui al decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155 e successive modifiche e integrazioni (Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa) nonché la valutazione della qualità dell’aria ambiente nel rispetto dei criteri, delle modalità e delle tecniche di misurazione stabiliti dal d.lgs. 155/2010 e s.m.e.i.;
    • individua le postazioni facenti parte della rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria ambiente nel rispetto dei criteri tecnici stabiliti dalla normativa comunitaria e nazionale in materia di valutazione e misurazione della qualità dell’aria ambiente e ne stabilisce le modalità di gestione;
    • definisce le modalità di realizzazione, gestione e aggiornamento dell’inventario regionale delle emissioni in atmosfera;
    • definisce il quadro conoscitivo relativo allo stato della qualità dell’aria ambiente ed alle sorgenti di emissione;
    • stabilisce obiettivi generali, indirizzi e direttive per l’individuazione e per l’attuazione delle azioni e delle misure per il risanamento, il miglioramento ovvero il mantenimento della qualità dell’aria ambiente, anche ai fini della lotta ai cambiamenti climatici, secondo quanto previsto dal d.lgs. 155/2010 e s.m.e i.;
    • individua criteri, valori limite, condizioni e prescrizioni finalizzati a prevenire o a limitare le emissioni in atmosfera derivanti dalle attività antropiche in conformità di quanto previsto dall’articolo 11 del d.lgs. 155/2010 e s.m.e i.;
    • individua i criteri e le modalità per l’informazione al pubblico dei dati relativi alla qualità dell’aria ambiente nel rispetto del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195 (Attuazione delia direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale);
    • definisce il quadro delle risorse attivabili in coerenza con gli stanziamenti di bilancio;
    • assicura l’integrazione e il raccordo tra gli strumenti della programmazione regionale di settore. Al comma 2 dello stesso articolo è sancito che “alla approvazione del PRQA provvede la Giunta regionale con propria deliberazione, previo invio alla competente commissione consiliare.

Con Deliberazione n. 2436 del 20/12/2019, la Giunta Regionale ha preso atto dei documenti allegati:

  • allegato 1 “Documento programmatico preliminare”;
  • allegato 2 “Rapporto preliminare di orientamento” comprensivo del “Questionario per la consultazione preliminare”; 

dando atto altresì del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica ai sensi dell’art. 5, comma 1, lettere q) e r) del D.Lgs. n. 152/2006 e s.m.i.

  • Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR). Con Delibera di Giunta n. 1424 del 2.08.2018, è stato approvato il D.P.P. e il rapporto preliminare ambientale per la procedura VAS. Il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) è lo strumento di pianificazione strategica con cui la Regione Puglia programma ed indirizza gli interventi in campo energetico sul territorio regionale. In linea generale, la pianificazione energetica regionale persegue finalità atte a contemperare le esigenze di sviluppo economico e sociale con quelle di tutela dell’ambiente e del paesaggio e di conservazione delle risorse naturali e culturali. Sul fronte della domanda di energia, il Piano si concentra sulle esigenze correlate alle utenze dei diversi settori: il residenziale, il terziario, l’industria e i trasporti. In particolare, rivestono grande importanza le iniziative da intraprendere per definire misure e azioni necessarie a conseguire il miglioramento della prestazione energetico- ambientale degli insediamenti urbanistici, nonché di misure e azioni utili a favorire il risparmio energetico. Sul fronte dell’offerta, l’obiettivo del Piano è quello di costruire un mix energetico differenziato per la produzione di energia elettrica attraverso il ridimensionamento dell’impiego del carbone e l’incremento nell’utilizzo del gas naturale e delle fonti rinnovabili, atto a garantire la salvaguardia ambientale mediante la riduzione degli impatti correlati alla produzione stessa di energia. Attraverso il processo di pianificazione delineato è possibile ritenere che il contributo delle fonti rinnovabili potrà coprire gran parte dei consumi dell’intero settore civile.
  • Piano Regionale Gestione Rifiuti- Urbani. Con D.C.R. 68 del 14/12/2021 (BURP n.ro 162 del 28/12/2021) è stato approvato il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, comprensivo della sezione gestione dei fanghi di depurazione del servizio idrico integrato, e della proposta di Piano delle bonifiche delle aree inquinate. Il Piano di gestione dei rifiuti urbani in conformità agli obiettivi fissati dall’ordinamento nazionale ed europeo in materia di economia circolare intende perseguire i seguenti obiettivi strategici:
    • Riduzione della produzione di rifiuti urbani
      • Il PRGRU, in coerenza con il Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti adottato con Decreto direttoriale del 7 ottobre 2013 in attuazione dell’art. 29 della Direttiva 89/2008/CE, fissa il seguente obiettivo strategico: riduzione, entro il 2025, della produzione di rifiuti urbani, a livello regionale e in ogni ambito di raccolta, del 20% in valore assoluto rispetto alla produzione del 2010.
      • Il PRGRU, attraverso il raggiungimento dell’obiettivo di cui al comma 1, attraverso il monitoraggio delle azioni previste dalla Legge regionale 18 maggio 2017, n. 13 “Recupero e riutilizzo di eccedenze, sprechi alimentari e prodotti farmaceutici”, persegue l’obiettivo di dimezzare, entro il 2030, i rifiuti alimentari globali pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumatori e di ridurre le perdite alimentari lungo le catene di produzione e di approvvigionamento previsto dall’Agenda ONU per lo sviluppo sostenibile 2030. Inoltre, saranno sostenute tutte le azioni finalizzate alla riduzione della produzione dei rifiuti individuate nel documento A.3 “Programma regionale di prevenzione dei rifiuti”.
    • Raccolta differenziata
      • L’obiettivo strategico relativo alla raccolta differenziata è individuato nel raggiungimento, entro il 2025, della percentuale a livello regionale e in ogni ambito di raccolta del 70% di raccolta differenziata, calcolata secondo la metodologia stabilita dal Ministero della Transizione Ecologica.
    • Preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e ritrattamento recupero di energia. In accordo con gli obiettivi introdotti nel D.Lgs. n. 152/2006 e smi cosi come modificato dal D.Lgs. n. 116/2020, al fine di dare attuazione ai principi dell’economia circolare, sono fissati, a livello di ambito territoriale regionale, i seguenti obiettivi strategici:
      • entro il 2025, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani raccolti sarà aumentata almeno al 55 per cento in peso;
      • entro il 2030, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani raccolti sarà aumentata almeno al 60 per cento in peso;
      • entro il 2035, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti urbani raccolti sarà aumentata almeno al 65 per cento in peso.
    • Smaltimento in discarica
      • Prevedendo l’incremento della % di intercettazione della frazione organica da utenze domestiche e non domestiche e la diminuzione delle impurità della frazione organica da UD e UND.
      • Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE).La Giunta Regionale ha approvato con Delibera di Giunta n. 580 del 15.05.2017 il Piano Regionale delle attività estrattive (PRAE) e le relative Norme Tecniche di Attuazione (NTA). L’attività estrattiva pianificata dal PRAE era attuata sul territorio esclusivamente a mezzi di piani di Bacino, Pinaio di Riordino e dei Piani Particolareggiati, individuati su apposita cartografia in allegato al PRAE. Successivamente con Delibera di Giunta n. 445 del 23.02.2010, la Regione ha provveduto ad una “rielaborazione” del PRAE. al fine di riorganizzare l’attività estrattiva e perseguire il recupero del territorio sotto il profilo paesaggistico ed ambientale nei maggiori comprensori estrattivi del territorio regionale, attraverso un livello attuativo del Piano. Così facendo, il PRAE ha identificato n.8 aree del territorio regionale, tra cui i comprensori estrattivi di Apricena-PoggioImperiale-Lesina, Bisceglie, Cursi-Melpignano, Cutrofiano, Fasano, Gallipoli, Mottola e Trani, nelle quali l’attività estrattiva è subordinata alla preventiva approvazione di Piano Particolareggiato. Nel dettaglio con DGR del 28 novembre 2014, n. 2504 è stato adottato Piano Particolareggiato del Bacino Estrattivo della Pietra Leccese di Cursi e Melpignano compreso la Adozione e Valutazione Ambientale Strategica. Con DGR n. 443/2017, la Regione Puglia ha delegato i Comuni di Bisceglie, Trani, Mottola, Gallipoli e Fasano alla redazione del Piano Particolareggiato. Per alcuni di questi, il Piano è in corso di redazione.
      • Piano Regionale dei Trasporti. La LR n.18 del 31 ottobre 2002 “Testo unico sulla disciplina del trasporto pubblico locale”, così come modificata dalla LR 32/2007, definisce all’art. 7 il Piano Regionale dei Trasporti (PRT) ed indica i suoi contenuti. Sulla scorta di tali indicazioni, la LR n.16 del 23 giugno 2008 approva il Piano Regionale dei Trasporti (PRT) della Regione Puglia di cui la stessa legge costituisce l’elaborato unico. Tale Piano è inteso quale documento programmatico generale della Regione ed è rivolto a realizzare, sul proprio territorio, un sistema equilibrato del trasporto delle persone e delle merci, ecologicamente sostenibile, connesso ai piani di assetto territoriale e di sviluppo socio-economico, in armonia con gli obiettivi del Piano Generale dei Trasporti e della logistica (PGTL), approvato con DPR 14.03.2001, e degli altri documenti programmatici internazionali, nazionali e interregionali. In particolare (Art.2- Attuazione del Piano) “Il PRT, in accordo con il piano generale dei trasporti, è inteso come piano direttore del processo di pianificazione regionale dei trasporti e viene attuato attraverso piani attuativi che contengono, per ciascuna modalità di trasporto, le scelte di dettaglio formulate”.
      • Piano Attuativo del Piano regionale dei Trasporti 2015-2019 (attualmente vigente).Il Piano Attuativo 2015-2019 è stato approvato con DGR n. 598 del 26.04.2016 e prevede, in coerenza con la visione e gli obiettivi della programmazione europea 2014-2020, lo sviluppo di un sistema regionale dei trasporti per una mobilità intelligente, sostenibile e inclusiva. Il Piano si articola secondo uno scenario di progetto declinato rispetto a tre scale territoriali, spazio euromediterraneo – area delle regioni meridionali peninsulari – sistema regionale, corrispondenti ad altrettanti livelli di relazione che interessano il sistema socioeconomico regionale. La realizzazione degli interventi è organizzata per modalità di trasporto e per orizzonte temporale di breve, medio e lungo periodo.
      • Il Piano Triennale dei Servizi 2015-2017. Il Piano Triennale dei Servizi 2015-2017 è stato approvato con DGR n. 598 del 26.04.2016, unitamente al Rapporto Ambientale ed alla Sintesi non Tecnica, corredato del parere motivato VAS con indicazioni e prescrizioni, espresso con DD n. 46 del 22.02.2016. Il Piano rappresenta uno strumento fondamentale per le politiche regionali in materia di mobilità.
      • Piano Attuativo del Piano regionale dei Trasporti 2021-2030 (in corso di procedura VAS) è stato adottato con Delibera di Giunta n. 754 del 23.05.2022. L’aggiornamento del Piano attuativo – PA 2021-2030, la cui proposta di piano è stata adottata con DGR n. 754 del 23.05.2022,  si colloca in un momento storico di grande complessità: se da un lato infatti è stato necessario tenere conto della fase conclusiva del ciclo di programmazione comunitaria 2014-2020, dall’altro ci si è dovuti confrontare con gli orientamenti della nuova programmazione nazionale in materia di infrastrutture e con i contenuti del nuovo ciclo di programmazione comunitaria 2021 – 2027. In questo contesto, l’aggiornamento del Piano Attuativo considera un orizzonte temporale di più ampio respiro, appunto 2021-2030, in modo che gli indirizzi di piano possano orientarsi a centrare l’obiettivo fissato dal Green New Deal relativo alla neutralità delle emissioni inquinanti (impatto climatico Zero) entro il 2050 e a garantire una giusta coesione sociale ed economica. Il quadro di riferimento con cui il PA 2021-2030 si è dovuto cimentare, è costituito dalla crescente autonomia finanziaria nel campo delle attività di programmazione e progettazione riconosciuta dal Governo nazionale alle Autorità di Sistema Portuale (in Puglia AdSP Mare Adriatico Meridionale e AdSP Mare Ionio), alle Città Metropolitane (Bari) e alle città con popolazione superiore ai 100’000 abitanti (Andria, Bari, Foggia, Taranto), attraverso il DM n. 171 del 10.05.2019 e il Decreto Direttoriale n. 8060 del 28.08.2019 del MIT. Ciò ha richiesto alla Regione un ulteriore sforzo, proprio attraverso il PA 2021-2030, nel portare a sintesi iniziative progettuali che, pur riguardando una scala territorialmente circoscritta, impattano su aree e nodi strategici del sistema della mobilità regionale, destinati a svolgere un ruolo determinante nel funzionamento dello scenario complessivo.
      • Il Piano Regionale delle Merci e della Logistica (PRML).Il Piano Regionale delle Merci e della Logistica (PRML) è stato adottato con DGR n. 1310 del 04.08 2021, comprensivo di Rapporto Ambientale, Sintesi non tecnica e valutazione d’incidenza”.  Il PRML sulla base del quadro conoscitivo relativo alla portualità e alla logistica marittima, nonché sulla base delle analisi prospettiche di evoluzione, si pone il raggiungimento di obiettivi strategici e propone altrettante azioni, la cui attuazione deve avvenire attraverso atti normativi e/o amministrativi coerenti con le linee guida fornite dal Piano Nazionale Strategico della Portualità e della Logistica (PSNPL) nonché dal Piano Regionale dei Trasporti.
      • Il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica. La proposta di Piano Regionale della Mobilità Ciclistica è stata adottata con DGR n. 177 del 17.02.2020, in linea con quanto specificato all’art. 3 della L.R. n. 1/2013. Il PRMC contribuisce alla diffusione della cultura della mobilità sostenibile, favorendo e diffondendo l’uso delle biciclette sia per scopi turistico-ricreazionali che per effettuare gli spostamenti sistematici casa-lavoro e casa-scuola. L’obiettivo generale del Piano Regionale della Mobilità Ciclistica della Regione Puglia (PRMC) consiste nell’impostazione di una rete ciclabile regionale continua ed uniformemente diffusa sul territorio, definendo itinerari di lunga percorrenza che valorizzino quelli già consolidati o programmati e privilegino le strade a basso traffico. E’ stata avviata una ricognizione delle pianificazioni già vigenti e dei percorsi ciclabili già consolidati, mettendo in relazione questi elementi con le reti di scala superiore, nazionali ed europee, cioè con i progetti Bicitalia (di valenza nazionale) ed EuroVelo (di valenza europea). In tal modo, è stato possibile definire le dorsali principali della rete ciclabile individuata dal PRMC. In particolare, si descrivono le reti pianificate a livello europeo, nazionale, regionale e provinciale per dare la giusta dimensione al presente Piano della Mobilità Ciclistica. Dal punto di vista del ciclo-turismo, il Piano ha integrato le analisi del progetto Cy.Ro.N.Med. (Cycle Route Network of the Mediterranean) finanziato con fondi Interreg Archimed 2000-2006, di cui di cui la regione Puglia è stata promotrice e coordinatrice.

I PIANI TERRITORIALI PROVINCIALI

BARIBARLETTA-ANDRIA-TRANIBRINDISIFOGGIALECCETARANTO
Deliberazione nr. 11 del giugno 2015Delib. Commis. Straord. n. 2 del 06/02/2013 (Adozione)Delibera n.84 del 21/12/2009  Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 75 del 24/10/2008 | DCP n.23/2021 Variante generale di adeguamento e di aggiornamento del PTCP al PPTR
  • BAT – approvazione definitiva PTCP: n.11/2015.
    Adeguamento PTCT al PPTR: Delibera del Consiglio Provinciale n. 37 del 23.05.2017 avente ad oggetto: “Adeguamento del PTCP della Provincia di Barletta Andria Trani al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) ai sensi e per effetto dell’art. 97, comma 7 delle NTA del PPTR.
  • Brindisi: nessun aggiornamento
  • Foggia: nessun aggiornamento
  • Lecce: DCP n.23/2021 Variante generale di adeguamento e di aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Lecce
  • Taranto: proposta di adozione DGP n.123/2010
  • L’assetto della pianificazione regionale presenta alcune variazioni rispetto al quadro del 2016. Le grandi Province Pugliesi (Bari e Taranto) restano prive di Piani Provinciali, mentre Lecce ha promosso l’adeguamento al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, e la Provincia BAT ha prodotto un Piano già adeguato al PPTR e alla Normativa VAS.
  • Il Piano Strategico Metropolitano (PMS) è lo strumento attraverso il quale la Città Metropolitana di Bari delinea gli interventi prioritari per favorire il progresso economico, sociale e culturale del territorio. Il Piano Strategico è stato interpretato come un processo continuo e le 11 Azioni Strategiche e i Progetti Bandiera individuati nel 2015 diventano ora gli 11 Assi di pianificazione come formula della ripartenza: un quadro programmatico di interventi, nati dalla visione comune dei 41 sindaci del territorio con l’obiettivo di creare nuove opportunità per un futuro migliore. Lo stato della pianificazione provinciale ha accusato il ridimensionamento dei ruoli che l’Ente ha subito anche in Puglia a seguito della cosiddetta Legge “Del Rio” (L.56/2014). Infatti, la gran parte dei piani tende ad evitare imposizioni prescrittive e ad orientarsi ad indirizzi e direttive. I temi più trattati, coerentemente con le competenze affidate all’Ente dallo stato, riguardano la mobilità (i piani approvati rendono coerenti le previsioni già esistenti e le integrano, con una particolare attenzione alla mobilità ciclistica presente in tutti i casi valutati) mentre non sempre riescono ad orientare l’assetto degli impianti produttivi, spesso ancora frammentati nelle molteplici aree PIP di ciascun comune che non dialogano tra loro e rendono meno significativa l’offerta in questo fondamentale settore per l’economia regionale. La variante al PTCP di Lecce e il PTCP della BAT tentano di introdurre il tema della perequazione a scala territoriale con l’inserimento di modalità e criteri per favorire un maggior coordinamento tra i comuni nell’attuazione delle attività produttive e di tutela ambientale.

5. LO STATO DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE

“Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2022-2024  Programmazione FESR FSE+ 2021-2027Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) da attuarsi con Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022  Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Regione Puglia 2014-2020 versione 12.1  PNRR-Next Generation Progetti regionaliStrategia Regionale per lo Sviluppo SostenibileProgramma Interreg  Europe 2021-2027
Approvazione con Deliberazione di Giunta regionale n. 2084 del 13 dicembre 2021 Programmi Operativi cofinanziati a valere sui Fondi Strutturali: – Fondo europeo di sviluppo regionale  – FESR e Fondo sociale europeo Plus – FSE+). Si articola in dieci assi prioritari: 1.    Asse prioritario I “Competitività e Innovazione” (FESR); 2.    Asse prioritario II “Economia verde” (FESR); 3.    Asse prioritario III “Mobilità urbana sostenibile” (FESR); 4.    Asse prioritario IV “Trasporti” (FESR); 5.    Asse prioritario V “Istruzione, Formazione e Lavoro” (FSE+); 6.    Asse prioritario VI “Occupazione giovanile” (FSE+); 7.    Asse prioritario VII “Welfare e salute” (FESR e FSE+); 8.    Asse prioritario VIII “Sviluppo urbano” (FESR); 9.    Asse prioritario IX “Assistenza Tecnica” (FESR) 10.    Asse prioritario X “Assistenza tecnica” (FSE++)Quadro finanziario per risorse per un totale di 2,160 miliardi di euro   Programma per la cooperazione internazionale con l’obiettivo comune di rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale in tutte le regioni e gli Stati membri dell’UE. Le call fanno riferimento a cinque aree tematiche: – Europa SMART – Europa VERDE – Europa CONNESSA – Europa SOCIALE ed inclusiva – Europa VICINA ai cittadini
Programma Interreg IPA CBC Italia-Albania-Montenegro 2021-2027Programma Interreg Italia-Croazia Cbc 2021-2027Programma Interreg Euro-Med 2021-2027Programma delle Politiche Giovanili 2022-2025Programma URBACT IV (2021-2027)Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia 
Il Programma cofinanziato dall’Unione Europea ed è gestito dalla Regione Puglia, che partecipa insieme al Molise. L’obiettivo è promuovere la crescita economica e intensificare la cooperazione internazionale attraverso azioni congiunte tra attori istituzionali e non profit nazionali e regionali e favorendo uno sviluppo intelligente, inclusivo e sostenibile. Si articola in quattro assi prioritari: 1.Competitività delle PMI 2. Turismo & Cultura 3. Ambiente & Energia 4. Trasporto SostenibileProgramma per la cooperazione transfrontaliera tra i territori del mare Adriatico . Le attività 2021-2027 si concentrano sull’economia blu, capitalizzando le precedenti esperienze di cooperazione e creando sinergie più forti con EUSAIR: la strategia UE per la Regione Adriatico e Ionica. La strategia sostiene: 1. la promozione di uno sviluppo economico sostenibile attraverso politiche di innovazione verde e blu; 2. la tutela dei beni naturali anche attraverso strategie di adattamento climatico e misure di prevenzione dei rischi , valorizzando la biodiversità e combattendo l’inquinamento 3. la valorizzazione del patrimonio culturale attraverso prodotti turistici sostenibili e diversificati ; 4. l’implementazione di soluzioni sostenibili di mobilità transfrontaliera. 5.il potenziamento della capacità istituzionale e la riduzione degli ostacoli transfrontalieriProgramma di cooperazione territoriale europea che mira a rendere la regione mediterranea più smart  e più verde e migliorare le interazione e le modalità di governance tra i suoi stakeholder,  attraverso quattro famiglie di obiettivi: 1. Rafforzare un’economia sostenibile innovativa 2. Tutela, ripristino e valorizzazione dell’ambiente naturale e del patrimonio 3. Promozione degli spazi verdi 4. Migliorare il turismo sostenibileProgramma approvato approvato con DGR 245/2022. Gli interventi previsti sono contenuti nel Documento del Programma che illustra altresì il manifesto regionale delle politiche giovanili e il processo partecipativo e formativo del Programma stesso, a valere sui Fondo di Sviluppo e Coesione, sui fondi strutturali 2021/2027, sul PNRR, sul Fondo nazionale Politiche Giovanile e su risorse di bilancio autonomo della Regione Puglia Le attività vengono suddivise in quattro ambiti tematici: -Infrastrutture materiali e immateriali; -Idee; -Spazi; – Impegno Civile.Il programma facilita la condivisione di conoscenze e buone pratiche tra le città e gli altri livelli di governo del territorio per la promozione di uno sviluppo sostenibile integrato nelle città, il miglioramento delle politiche urbane e dell’efficacia della politica di coesione nelle città.  Il Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia è stato adottato con Decreto interministeriale n. 2484 del 6 marzo 2020, in attuazione dell’articolo 8-quater della Legge del 21 maggio n. 44. Si tratta di uno strumento innovativo che si struttura come un programma straordinario di aiuti messo a punto per la rinascita del patrimonio olivicolo pugliese nelle aree colpite da Xylella fastidiosa, oltre che per rafforzare le misure fitosanitarie per prevenire l’espansione del patogeno. Il Piano ha una dotazione finanziaria complessiva di 300 milioni di euro a valere sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) e si articola in 14 misure attuate in parte a livello nazionale e in parte a livello regionale, che spaziano dagli interventi diretti di contrasto al patogeno e alla eradicazione delle piante infette, al reimpianto e riconversione agricola, nonché al sostegno economico alle imprese del settore anche nell’attivazione di contratti di filiera e di distretto.   

6. AREE CRITICHE E TEMI SPECIFICI

In riferimento alla sezione 2 – LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE COMUNALE

  • Sebbene l’urbanistica sia ai margini delle riflessioni e delle azioni politiche a più livelli, l’urgenza di intervenire sulle trasformazioni della città e dei bisogni contemporanei riporta l’attenzione sulla strategicità di un governo del territorio basato su approcci interdisciplinari, sinergici, e integrati.
  • Difficoltà da parte dei comuni di dotarsi di un nuovo piano urbanistico, testimoniato dal grande numero di strumenti urbanistici di vecchia generazione (PRG e PDF). Nello specifico i grandi comuni hanno più difficoltà di altri ad intraprendere o a concludere un processo di nuova pianificazione.
  • Relativamente alla L.R. 20/2022 “Piano Casa”, si rilevano alcune questioni critiche, di seguito riportate: la possibilità di intervenire puntualmente con perizia asseverata da un professionista in assenza di perimetrazione degli ambiti da parte del Comune (potenziale mancanza di equità di trattamento e rischio di far esprimere il Consiglio Comunale su singolo interessi piuttosto che su indirizzi di carattere generale); l’incentivazione della riqualificazione edilizia piuttosto che una più adeguata rigenerazione urbana; la possibilità di consentire anche nelle zone agricole interventi di demolizione e ricostruzione, con il rischio di perdita di edifici di potenziale valore storico-testimoniale.

In riferimento alla sezione 4 – LO STATO DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA_Piani Territoriali e di settore

  • Il quadro della Pianificazione di area vasta in Puglia appare molto articolato sia per quanto riguarda le competenze dei differenti enti coinvolti, che per la complessità e specificità dei temi affrontati (assetto idrogeologico e rischio alluvioni, paesaggio, qualità dell’acqua, qualità dell’aria, attività estrattive, energia e ambiente, gestione dei rifiuti urbani, coste, trasporti, logistica e mobilità sostenibile). Nonostante la pianificazione di settore tenti di rispondere alle differenti criticità della regione in relazione ai caratteri eterogenei di una lunga regione a forte valenza paesaggistica a vocazione marittima, turistica, agricola e insediativa, si avverte la carenza di un piano territoriale regionale svincolato dal tema specifico del paesaggio. Infatti, il Piano Paesaggistico a valenza Territoriale della Puglia, pur avendo uno scenario di sviluppo olistico fortemente proteso alla salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali, può risultare uno strumento insufficiente rispetto alle esigenze legate al rafforzamento dei collegamenti infrastrutturali e dello sviluppo sociale ed economico delle comunità locali.
  • Sebbene tutti gli strumenti urbanistici di Area Vasta definiscano obiettivi di tutela e di sviluppo da attuare nel presente, non si può prescindere dall’evidenziare che il quadro della pianificazione regionale sconta in alcuni casi (troppi) il rallentamento dell’iter di approvazione spesso dovuto alle lunghe procedure di valutazione ambientale. Ne sono un esempio l’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque (2019) e il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica (2020) fermi all’adozione, e il Piano Energetico Ambientale Regionale (2018) Piano della Qualità dell’Aria (2019) fermi alla presa d’atto del DPP e del rapporto preliminare ambientale. Naturalmente non si mette in dubbio la necessità delle valutazioni ambientali, ma si evidenzia l’inefficienza delle procedure e delle modalità di attuazione di tali valutazioni.
  • Ulteriore tema da attenzionare è la molteplicità di enti e pareri con cui le amministrazioni comunali devono confrontarsi, e soprattutto le inerzie e le difficoltà riscontrate dai comuni nel recepimento dei piani territoriali e di settore alla scala comunale, come il caso degli adeguamenti dei piani urbanistici al PPTR e i Piani Comunali delle Coste. Per quanto riguarda il primo caso sembra che nell’ultimo biennio ci siano stati dei progressi dopo i primi anni di approvazione del piano paesaggistico regionale; nel secondo caso invece si registra una sostanziale difficoltà a portare ad approvazione i piani, nonostante l’importanza di questo strumento per i comuni costieri. Nel caso dei piani comunali delle coste si è rilevata una grande difficoltà dei comuni ad adeguare le molteplici e spesso illegittime situazioni esistenti ai rigidi e prescrittivi parametri della legge regionale. Allo stesso modo, si è rilevato che l’imposizione da parte della regione di eliminare i residui volumetrici nei nuovi strumenti urbanistici comunali renda spesso indesiderato il passaggio alle nuove forme di piano per evitare di eliminare aspettative di trasformazione che hanno ormai consolidato interessi privati anche dove appare evidente che non saranno mai realizzati per il basso valore del mercato immobiliare e l’assenza di dinamiche edilizie in grado di attuarli.

In riferimento alla sezione 5 – LO STATO DELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE

  • La strategia Regionale indirizza i fondi resi disponibili dall’Unione Europea e dal cofinanziamento nazionale verso interventi rivolti al conseguimento dei traguardi europei per un’economia climaticamente neutra (Green Deal) e per una società più giusta e inclusiva (Social Pillar), in coerenza con l’adesione all’Agenda ONU 2030 e con la Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile. Questi principi inducono a concentrare l’attenzione verso l’accessibilità – fisica e digitale – dei territori, i contesti più fragili dal punto di vista socio-economico e geografico (aree marginali, periferie urbane, quartieri disagiati, aree di montagna, insulari, esposte a rischi naturali o in transizione industriale), le categorie e le persone più vulnerabili, la valorizzazione delle energie dei giovani e delle donne, il contrasto di ogni forma di discriminazione, la creazione di opportunità di lavoro di qualità. Le azioni promosse attraverso i Fondi europei saranno complementari rispetto a quelle finanziate con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e agli investimenti del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC).
  • I soggetti pubblici titolari di programmi e interventi dovranno quindi impegnarsi a collaborare reciprocamente per favorirne un’efficace attuazione.
  • Dovrà essere promosso il coordinamento delle politiche e lo sviluppo di partenariati in ambito provinciale e metropolitano, così da favorire l’integrazione e la complementarità tra le politiche ordinarie e gli interventi aggiuntivi.
  • Spetta alla Struttura tecnica regionale, attuare i bandi al fine di allargare il più possibile la platea dei beneficiari, e quindi il più facile raggiungimento degli obiettivi attesi.  In questo contesto, il ricorso a misure automatiche o semi-automatiche, accanto a quelle selettive, mira ad ampliare la platea dei beneficiari e delle imprese incentivate, anche senza scopo di lucro. In continuità con i cicli di programmazione precedenti, l’azione dei Fondi promuoverà la partecipazione delle parti sociali e delle organizzazioni della società civile all’elaborazione e all’attuazione di politiche e interventi.

Sitografia e Bibliografia

https://www.regione.puglia.it/
https://www.ministroperilsud.gov.it

Regione Puglia, L’urbanistica in Puglia tra normazione, strumenti e azioni di governo del territorio (2021)  Calace, F., Casanova, L., Mangialardi, G., Rana, A., Rignanese, L. in Urbanistica. Le leggi regionali a confronto per il buon governo del Paese, Nt+Enti Locali &

Edilizia (Sole 24 ore) Dossier Speciale-Urbanistica, 30 aprile 2021, a cura di CeNSU INU SIU Luigi Pellegrini Editore, 2021, Cosenza, p. 429-459. ISBN 979-12-205-0025-8

Colacicco P., Greco F., Rotondo F. (2021), Il Piano casa: evitare l’urbanistica è la soluzione? – The House Plan in Italy: is avoiding urban planning the solution? In Territorio, n. 97/2021, pp. 162-181, ISSN 1825-8689, DOI:10.3280/TR2021-097020

Rotondo, F. (2007), “Il PUG negli indirizzi regionali per la formazione dei piani comunali: prime esperienze di urbanistica riformista in Puglia”, in Giaimo, C. (a cura di) Le Conferenze di Pianificazione per il governo del territorio, INU Edizioni, Roma, ISBN 978-88-7603-021-5.